Il programma spaziale segreto del Pentagono ... di Cristoforo Barbato


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Un programma spaziale di “secondo livello” militare

A questo punto è legittimo porsi il seguente interrogativo: Esiste quindi la remota possibilità che l’USAF o il DoD (Department of Defense) si siano spinti oltre i semplici piani spaziali ed aver già esplorato il sistema solare prima della NASA? A quanto sembra sì. E anche diverse volte.
In realtà, dietro le missioni ufficiali note al pubblico, si nasconderebbero prototipi ad altissima concezione tecnologica, come quelli sin ora esaminati, che rendono obsolete navicelle come lo Space Shuttle. Secondo l’ufologo americano Brad Steiger, già in passato eventi insoliti avvenuti nello spazio hanno lasciato supporre un simile scenario. Infatti la storia e le cronache ufficiali dell’esplorazione spaziale narrano che il primo satellite artificiale lanciato in orbita fu lo Sputnik-1 di concezione sovietica. Ma già nel 1949 sono stati osservati oggetti sconosciuti intorno alla Terra. Alcuni ricercatori hanno ipotizzato che tali apparecchi potessero provenire da basi segrete sulla Luna o su Marte. Un quadro del genere può apparire agli occhi del pubblico come una gratuita forzatura. Ma non tutte le numerose missioni spaziali statunitensi sono state condotte in maniera trasparente. Un esempio evidente viene fornito dalla sonda spaziale Clementine lanciata nel 1994. La sonda ha costituito il primo progetto del Dipartimento della Difesa per lasciare l’orbita della Terra con il compito “ufficiale” di mappare completamente ogni centimetro quadrato della Luna. Forse le prove portano davvero in un’unica direzione. Ricordiamo il Progetto Horizon di cui parlava il Colonnello Philip J. Corso - le cui rivelazioni sul cover-up governativo in materia di UFO e Spazio sono contenute nel libro memoriale “Il giorno dopo Roswell” della Futuro Edizioni - per l’installazione di una base lunare militare, ideato alla fine degli anni Cinquanta e destinato a realizzarsi tra il 1965 e il 1967. L’avamposto avrebbe fornito una difesa contro possibili attacchi UFO, in virtù della sua favorevole triangolazione Terra-Luna. Rivelazioni che se non fossero state fatte dall’ex ufficiale dell’intelligence militare americano, le cui credenziali sono state storicamente verificate comprese le sue attività in Italia durante e dopo l’ultimo conflitto mondiale, sarebbero state sicuramente prese in scarsa considerazione. Una testimonianza quella di Corso e del suo memoriale che oltre a fornire nuovi elementi sul crash di Roswell del ’47 (avendo avuto accesso ai dossiers sul caso negli archivi governativi e non solo) ha svelato alcuni retroscena legati alla nascita e svolgimento del programma spaziale della NASA. Fra questi l’effettivo sviluppo di un programma spaziale parallelo segreto fortemente voluto e gestito dall’establishment militare già a partire dagli anni ’50. “Allo stesso tempo, - scrive Corso - i leader del programma spaziale nazionale della NASA, ritennero che la reazione dell’Intelligence militare agli inseguimenti ed ai voli ravvicinati compiuti dai velivoli alieni, fosse fin troppo esagerata.

Il giorno dopo Roswell Ammiraglio
Roscoe H. Hillenkoetter
Generale di Corpo d’Armata
Arthur Trudeau

La NASA, che aveva tenuto il massimo grado di riserbo sull’attività extraterrestre vicino ai nostri mezzi spaziali, decise in ogni caso di assumere un atteggiamento ufficiale di “vigile attesa”, perché riteneva impossibile lanciare un programma spaziale difensivo spiccatamente militare e contemporaneamente ottenere apprezzabili risultati scientifici in campo civile. Così, la NASA accettò di diventare uno “schermo” e, nel 1961, elaborò, di concerto con gli strateghi militari, un programma spaziale di “secondo livello” militare, facendolo passare come missioni scientifiche civili. Acconsentì all’apertura di un canale di comunicazione riservato con l’Intelligence militare per distribuire le informazioni su qualsiasi attività ostile portata dalle EBE nei confronti delle nostre missioni spaziali, incluso l’oscuramento dei segnali o la sorveglianza. Venni a conoscenza di questi dati grazie ai miei contatti all’interno dell’Intelligence militare. Quello che, chiaramente, la NASA non avevo riferito al servizio informazioni militare era che aveva già a disposizione un canale secondario, molto più segreto, per comunicare con il gruppo di lavoro di Hillenkoetter (Ammiraglio Roscoe H. Hillenkoetter ex direttore CIA 1947-1950 nonché membro del gruppo segreto Majestic 12, ndr). Usando questo canale, la NASA lo teneva costantemente aggiornato su ogni avvistamento extraterrestre riferito dagli astronauti, in particolare durante la prima serie dei voli delle missioni Apollo, quando le EBE iniziarono ad avvicinarsi ai moduli lunari, soprattutto nella fase di allontanamento dall’orbita terrestre. Anche se l’Intelligence dell’Esercito era esclusa da tale canale privilegiato tra la NASA e il gruppo di lavoro, alcuni colleghi ed io eravamo ancora in contatto con l’Intelligence civile, che ci teneva aggiornati. L’Esercito e l’Aeronautica riuscirono a trovare 122 foto scattate dagli astronauti sulla superficie lunare a riprova dell’esistenza degli alieni. La scoperta fu sbalorditiva e fu una delle ragioni per cui la presidenza Reagan, nel 1981, fece forti pressioni per la creazione del programma denominato SDI, l’Iniziativa di Difesa Strategica (lo Scudo Spaziale ndr.). Nel 1960, con l’approvazione del gruppo di lavoro ed a seguito della richiesta inoltrata dall’Agenzia per la Sicurezza Nazionale, preoccupata della vulnerabilità dei suoi velivoli spia U2, la NASA diede il suo assenso affinché alcune sue missioni fungessero da copertura ed attività di sorveglianza satellitare militare”. Inoltre, sempre in merito a quanto appena asserito, Corso nel capitolo sulle Guerre Stellari, riporta che: “..il Generale Trudeau (Generale di Corpo d’Armata Arthur Trudeau), alcuni mesi prima del suo congedo, si presentò più volte al Congresso. Sostenne fermamente che l’Esercito poteva giocare un ruolo molto importante nello Spazio, essendo in possesso di un arsenale missilistico in grado difenderci prontamente, come dimostrato a Los Alamos ed il ed al comando dei missili Redstone a Huntsville, nell’Alabama. Subito dopo la fine delle ostilità in Europa, l’Esercito era stato in grado di sfruttare le conoscenze scientifiche degli esperti tedeschi. Non era solo questione di chi fosse riuscito ad ottenere la fetta più sostanziosa degli stanziamenti per la difesa, asseriva Trudeau. Infatti, in un briefing presso il Comitato per la Scienza e l’Astronautica del Congresso, dichiarò che se l’Esercito fosse stato estromesso da eventuali progetti spaziali, questi sarebbero dovuti passare in toto sotto l’autorità dell’Aeronautica, poiché dopotutto, era una forza armata con personale altamente qualificato e addestrato al combattimento.

Progetto Horizon

Nonostante ciò, durante i primi anni, il Congresso ed il Presidente decisero che la NASA avrebbe condotto i programmi spaziali. Poi, verso la fine degli anni Sessanta, cambiarono idea e si resero conto che vi era una componente esplicitamente militare nell’esplorazione dello Spazio. Trudeau aveva i suoi amici nelle industrie della difesa, non solo scienziati, ma anche membri dei consigli di amministrazione, che avevano avvertito il bisogno irrinunciabile dell’Esercito di sviluppare potenti armi spaziali. Infatti, qualcuno di loro aveva già intuito la necessità di un programma segreto, perché qualsiasi progetto da noi proposto, come l’Horizon e le “armi ad energia diretta”, sembrava essere stato ideato per combattere una guerra contro un nemico molto più potente ed elusivo dei Sovietici”. (….) ”La NASA aveva ricevuto il mandato presidenziale per la conduzione delle esplorazioni spaziali, ma le Forze Armate dovevano ancora difendere la Terra dagli UFO, anche se venivano puntualmente ostacolate. I progetti dell’Aeronautica “Saint” e “Blue Gemini”, avviati qualche anno dopo, furono l’estensione dell’USAF 7795, il numero in codice del primo programma antisatellite dell’Aeronautica statunitensi, una vigorosa operazione elaborata per localizzare, inseguire e distruggere ogni satellite di sorveglianza nemico e soprattutto ogni UFO che si trovasse nella nostra orbita. Con l’ausilio della tecnologia sviluppata dal nostro R&D, l’Aeronautica, seguita poi dall’Esercito, andava approntando le prime fasi di difesa missilistico statunitense contro gli attacchi sovietici dallo Spazio e contro le intrusioni degli alieni. Il Saint era destinato alla sorveglianza delle attività UFO, una versione del satellite Agenda B utilizzato dalla CIA, dotato di un sistema radar di inseguimento e di illuminazione e di una telecamera. Il Saint aveva il compito di intercettare ogni potenziale satellite nemico o UFO in orbita terrestre e di agganciarlo sia con il sistema video che con il radar. Una volta ottenuto l’aggancio, sarebbe entrato in azione il Blue Gemini, il satellite “killer”. La Hughes Aircraft, uno fra i principali fornitori di aeromobili militari e costruttori di satelliti, sviluppò il Blue Gemini, versione militare della capsula con equipaggio Gemini della NASA. La sua missione consisteva nel piombare da orbite più lontane sui satelliti nemici o sugli UFO per distruggerli o metterli fuori uso. Qualora possibile, il Blue Gemini avrebbe dovuto tentare di “catturare” un UFO in orbita, immobilizzandolo e aspettando l’arrivo di una squadra di astronauti militari che, con una “passeggiata spaziale”, avrebbero effettuato il recupero del materiale. Chiaramente, entrambe i sistemi, operativi e sotto copertura, furono in seguito impiegati e oggi costituiscono una delle linee di difesa e sorveglianza antimissile ed anti-UFO. Saint e Blue Gemini rappresentarono i nostri primi passi nella guerra contro gli UFO”.

Gli Astronauti del Pentagono

Come si evince da tale ricerca, il Pentagono e l’USAF hanno nutrito un grande interesse verso le esplorazioni del cosmo. Il motivo di tale condotta ammantata di segretezza va ricercato, stando alle rivelazioni di Corso e non solo, nel fatto che molti dei resoconti sugli UFO siano stati seriamente presi in considerazione da molto tempo. In base a varie rivelazioni ottenute nel corso degli anni da insider governativi vari quali appunto il Colonnello Corso e tanti altri ancora le Forze Armate americane siano entrate in possesso di svariati velivoli alieni, e, attraverso un processo di retroingegneria, ne avrebbero studiato il funzionamento (v. rivelazioni del fisico Bob Lazar). Quali scoperte nascondono i militari in merito al nostro sistema solare e non solo? Una diretta conferma alle affermazioni di Corso in merito ad un programma segreto per l’esplorazione dello spazio giunge da un rappresentante del settore, l’ex-astronauta Brian O’Leary. O’Leary, astronomo ed ex docente di astronomia alla Cornell University ha scritto svariati libri e più di un centinaio studi ed articoli scientifici in tutto il mondo. Inoltre è stato consulente speciale per il Sottocomitato per l’Energia e l’Ambiente della Camera dei Rappresentanti del Congresso, oggi fa parte dell’International Association of New Science di cui è coofondatore. O’Leary in passato ha dichiarato, che in base alla sua esperienza e ricerca, di essere in grado di affermare che da cinquant’anni le informazioni sulla questione degli UFO è probabilmente orchestrata da un gruppo d'élite di uomini CIA, NSA, DIA e similari. La NASA, come ente spaziale legato con un cordone ombelicale al sistema militare, agirebbe in base a precise direttive provenienti dall’alto. Inoltre ha asserito che l’Air Force possiede del personale addestrato alle missioni nel cosmo, composto da astronauti militari. A supporto di tale dichiarazione, un curioso articolo del Los Angeles Herald Examiner, datato 7 agosto 1989, mostra che il Dipartimento alla Difesa stava smantellando un complesso segreto, disseminato in tutti il territorio statunitense e dal costo di circa 5 bilioni di dollari, nato per operare in collaborazione con il progetto civile dello Space Shuttle. Ha inoltre abbandonato la costruzione di uno spazioporto in California e demolito un centro di controllo in Colorado, e infine sciolto una squadra di 32 astronauti stanziati a Los Angeles. Questo gruppo segreto comprendeva 134 ufficiali militari e specialisti. L’articolo conclude spiegando che il Dipartimento della Difesa possedeva una sua flotta di razzi senza equipaggio umano e stava progettando uno studio svincolato dai programmi usuali di esplorazione dello spazio della NASA. Tra l’altro a quanto detto da O’Leary andrebbero ad aggiungersi tutta una serie di notizie apparse nel decennio scorso in merito all’ambiguo perseguimento di un effettivo “Scudo stellare” americano in seno al progetto originario dell’SDI fortemente voluto dal presidente Ronald Reagan negli anni ’80.

Brian O’Leary SDI Organization L’esplorazione dello spazio


È ampiamente noto, oggi come allora, che essendo il programma SDI caratterizzato da sistemi di difesa spaziale, la NASA ha avuto un ruolo considerevole nella loro messa in orbita, inizialmente tramite i vettori della serie “Delta Star” e successivamente con gli Shuttle. In effetti nel 1991 è stata registrata un’intensa attività a sfondo militare nello spazio; non a caso in quel periodo la NASA ha effettuato diverse missioni Shuttle le cui finalità non sempre erano ufficializzate ma anzi condotte alquanto in sordina. Nonostante il velo di segretezza, però comunque trapelarono già in quegli anni alcune indiscrezioni sulla loro effettiva natura. Alcune destinate ufficialmente a soli scopi scientifici erano in realtà state concepite per conto della Difesa. La prima di tali missioni avvenne il 5 Aprile1991: lanciata per scopi scientifici, aveva un equipaggio formato in prevalenza da militari il che lasciava presupporre nel programma di bordo la presenza di operazioni finalizzate a scopo bellico. Ipotesi avallata da due articoli del quotidiano americano New York Times pubblicati due giorni prima del lancio di suddetta missione, dove veniva precisato che il Pentagono era in procinto di lanciare nello spazio una potente arma di difesa spaziale sviluppata per le “guerre stellari”. La seconda missione venne effettuata il 28 Aprile, appena 17 giorni dal rientro della precedente, anch’essa concepita nell’ambito del programma SDI. L’equipaggio era composto esclusivamente da personale militare; durante la missione furono collaudati alcuni sistemi di rilevamento contenuti in due carichi alloggiati nello Shuttle. Uno era stato progettato dalla SDI Organization mentre l’altro era frutto della collaborazione della stessa SDI Organization e della Divisione Sistemi Spaziali dell’Aeronautica militare americana, come confermato da un articolo del New York Post del 25 Aprile 1991. Il 2 Agosto parte la terza missione Shuttle con dichiarati scopi scientifici ma con un equipaggio esclusivamente militare; in questa occasione verrà avvistato e filmato un UFO nelle vicinanze della navetta. Il 12 Settembre venne lanciata la missione Discovery con equipaggio, anche in questo caso, solo militare e che, come prova un filmato, effettuerà una ripresa di un tentativo di abbattimento di un UFO da parte di un sistema d’arma satellitare.

Il 24 Novembre parte un’ennesima missione in ambito SDI con equipaggio militare e finalizzata al lancio di un sofisticato satellite “Early Warning” ed a prove di ricognizione dello spazio mediante osservazione diretta. Tale concentrazione in un solo anno di tante missioni Shuttle a scopo e con equipaggi militari sicuramente rispondeva sicuramente ad un preciso programma di tipo bellico piuttosto che ad uno tradizionale di ricerca tecnico-scientifica. A conferma di quanto appena detto vorrei evidenziare quanto riportato nel testo pubblicato nell’Ottobre 1997 per i Tascabili Economici Newton intitolato “L’esplorazione dello spazio” scritto da Luigi Balis Crema (ordinario di Strutture Aeronautiche presso la Facoltà di Ingegneria dell'Università di Roma “La Sapienza”) e da Antonio Castellani (docente di Impianti Aeronautici presso la stessa università). Il piccolo volume ripercorre la storia dell’esplorazione spaziale a partire dai primi Sputnik fino a gettare uno sguardo sulle future ricerche e missioni spaziali. Tra l’altro viene evidenziato come la ricerca militare, nella sua corsa verso l’arma vincente, ha segnato l’avvio dello sfruttamento dello spazio, dando inizio, a partire dagli anni Cinquanta, alla sfida fra le due superpotenze, Stati Uniti e Unione Sovietica, per la conquista della Luna. Ebbene, nel capitolo intitolato “La ripresa dello Shuttle” a pag 71 si legge quanto segue: “Infine nell’ultimo volo della anno (1992) il Discovery, con un equipaggio interamente militare, compie l’ultima missione “segreta” per conto del ministero della difesa USA ponendo in orbita un satellite “spia” di grandi dimensioni che riceve anche dei segnali laser da terra”.

Sonde dell'NSA nello spazio profondo

Ulteriori conferme a quanto fino ad ora trattato vengono fornite da alcune informazioni rilasciate nel 1999 dall’ufologo americano Bill Hamilton. Una notizia del 7 febbraio, proveniente proprio dal gruppo dell’ufologo statunitense Skywatch International, riportava che le Forze Armate americane stavano selezionando degli astronauti, che volontariamente prendevano parte a un corso di addestramento spaziale. Purtroppo, secondo la news, le ragioni di tale richiesta erano ufficialmente ignote. Sempre nel ‘99, esattamente nel mese di Dicembre il bollettino ufologico americano Filer's Files (n.50 - 1999) pubblicò una notizia (National Security Agency deep space probes) in base alla quale la National Security Agency americana (NSA) svolgerebbe un’attività di monitoraggio di possibili segnali di origine extraterrestre. La notizia pubblicata anche dal sito di Jeff Rense Sigthing, con un aggiornamento, fu riportata dall’ufologo Bill Hamilton anche se in origine sembra sia stata diffusa da Robert M. Collins ex capitano dell’USAF nonché dell’AFOSI (Ufficio Investigazioni Speciali dell’Aereonautica USA) già noto nella comunicata ufologica quale rivelatore governativo dallo pseudonimo di Condor. Bill Hamilton quando servì nell’Aeronautica Militare degli Stati Uniti negli anni ‘60 fu assegnato al Servizio di Sicurezza il quale riferiva direttamente all’NSA. “L’NSA - dichiara Hamilton - svolge principalmente operazioni di tipo SIGINT (Signal Intelligence ossia attività informativa svolta mediante la captazione di segnali per via radio-elettrica ed elettronica, ndr.). Ed impiega sofisticate attrezzature radio per sintonizzarsi sui segnali trasmessi dalle varie organizzazioni militari in tutto il mondo.

Bill Hamilton Clark McClelland

Queste comunicazioni militari spesso sono così codificate che solamente che è designato a riceverle può decifrarle. Abbiamo appreso dalle varie fonti che hanno lavorato all’interno di progetti compartimentalizzati dell’NSA di come l’agenzia sia interessata anche all’intercettazione di segnali di provenienza extraterrestre allo scopo di mantenere la sicurezza nazionale. Sappiamo da documenti rilasciati attraverso il FOIA che l’NSA ha mantenuto un interesse sugli UFO. La capacità d’intercettare qualche tipo di segnale da UFO che operano all’interno o all’esterno della nostra atmosfera, o da basi planetarie operative è concepibile. Ci sono diversi rapporti dell’intelligence secondo cui l’NSA avrebbe numerose Sonde nello spazio profondo e alcune arriverebbero oltre l’orbita di Nettuno. Il vero scopo di queste sonde spaziali non è stato specificato. L’NSA/OCR è l’ufficio incaricato responsabile della localizzazione di queste sonde. Perché l’NSA è nello spazio profondo quando la “minaccia” come noi sappiamo è concentrata qui nell’ambiente Terrestre? L’esplorazione dello spazio profondo come si suppone non dovrebbe essere all'interno della giurisdizione della Nasa? Forse queste Sonde Spaziali dell’NSA monitorizzano l’attività Aliena nel nostro Sistema solare?”. In seguito ulteriori dettagli furono forniti, in un update (12-14-99) della stessa notizia pubblicata a sua volta sul sito di Rense dall’ingegnere aerospaziale della NASA Clark McClelland (ex operatore dello Space Shuttle, per 34 anni ha lavorato a Cape Canaveral ed al Kennedy Space Center per i progetti Atlas, Titan e Minuteman).

Tabella McClelland

McClelland commenta sostanzialmente la news fornendo tra l’altro una tabella con un elenco di sonde dell’NSA che sono state lanciate dalla Terra e posizionate sia all’interno che all’esterno Sistema Solare a partire dal 1985. Secondo quanto asserisce lo scienziato NASA alcune di queste Sonde dell’NSA sarebbero state lanciate dal Kennedy Space Center (KSC) durante operazioni segrete denominate missioni “Classificate”. “Di notte – afferma McClelland - il carico utile veniva sistemato sullo Space Shuttle sotto stretta sicurezza impiegando pochi tecnici che avevano le specifiche autorizzazioni per parteciparvi. Inoltre l’equipaggio (di soli uomini) impiegato durante quelle missioni era composto interamente da astronauti militari con uno speciale addestramento”.

KSC Kennedy Space Center

Tra l’altro va aggiunto che McClelland (stando a quanto da lui dichiarato in una lettera aperta pubblicata in Italia dal bimestrale I Misteri di Hera nr.14 Agosto/Settembre 2006) a causa di certe sue scoperte fatte all’interno della NASA e che gli sono costate il licenziamento. “Nel 1992, a causa della mia scoperta di qualcosa di importanza monumentale, fui rimosso dai miei incarichi di controllo dello Space Shuttle Columbia e passato ad uffici amministrativi (OPF-3), il livello più basso della mia vita. Pochi giorni dopo, mi ritirarono i nulla osta Top Secret, le crdenziali di autorizzazione, l’armadietto privato ecc…venni scortato fuori passando per l’area di parcheggio, senza consentirmi di salutare quelli che erano stati i miei colleghi per anni…Mi ordinarono di guidare scortato fino all’ingresso principale di sicurezza del KSC (Kennedy Space Center), e di non provare a rientrare.(…) Da allora (1992) ho avuto difficoltà finanziare. Questo perché ho cercato di dire alla gente quello che avevo appreso…la VERITÁ COSMICA”. Da allora l’ex scienziato della NASA è impegnato in un’opera di divulgazione (attraverso conferenze ed il suo sito www.stargate-chronicles.com) in merito da quanto da lui accertato inerente retroscena legati alle missioni spaziali americane coinvolte in progetti segreti e alla progressivo programma di militarizzazione dello spazio.

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