L’INCIDENTE DI AZTEC

di Giacomo Casale
(“I fatti riportati nel libro di Scully sono sostanzialmente corretti” - Dr Robert Sarbacher, consulente per il governo USA del Research and Development Board)
Il primo a diffondere la notizia dell’UFO crash avvenuto nel 1948 nei pressi della cittadina di Aztec, New Messico, fu il giornalista statunitense Frank Scully. Questi diede alle stampe una serie di articoli sulla rivista Variety nel 1949, riprendendo ed ampliando poi l’argomento nel libro “Behind the Flying Saucers” (lett. “dietro i dischi volanti” ) uscito negli USA nel 1950 e purtroppo ad oggi inedito in Italia.

Frank Scully

Le straordinarie affermazioni di Scully erano fondate sulle rivelazioni del Dr. "Gee" (nome fittizio), un esperto di elettromagnetismo implicato in un progetto top secret di ricerca governativo sul principio propulsivo dei dischi volanti. Il Dr. "Gee" asseriva di avere personalmente visto ed ispezionato tre dischi, all’interno dei quali erano stati rinvenuti i cadaveri dei piloti, caduti presso una precisa localita' del New Mexico e nel deserto dell’Arizona.

Copertina di Behind the Flying Saucers
Leggiamo nel libro di Scully che "Il disco precipitato nei pressi di un ranch, a dodici miglia da Aztec…misurava trenta metri di diametro, e la cabina di pilotaggio, circa sei. Il centro dell’aeromobile era fisso, ma il suo anello esterno ruotava ad una velocita' terrificante, operando come un elicottero a propulsione magnetica: all’interno non erano presenti reattori o motori simili a quelli a noi noti…Da che cosa era alimentato allora? Onde magnetiche provenienti dal sole, spiegarono gli scienziati accorsi sul posto, avviluppano la Terra e la luna con milioni di emissioni… Il segreto per spostarsi da un pianeta all’altro consisterebbe nel passare da un campo positivo ad uno negativo, e cio' e' quanto i dischi probabilmente sono in grado di fare. La struttura dello scafo, che aveva affrontato un viaggio interplanetario, presentava due tipi di metallo completamente sconosciuti sulla Terra…Prima di entrare nella cabina di pilotaggio, gli scienziati ‘bombardarono’ il disco di emissioni geiger…Dentro si trovavano i corpi di sedici uomini; erano intatti, ma la loro pelle si presentava annerita…si trattava di uomini di piccole dimensioni…non erano pero' pigmei africani. Qualcosa della loro pelle e delle loro ossa li distingueva nettamente dagli umani…i loro vestiti, a dispetto di una tecnologia straordinariamente evoluta, apparivano antiquati nello stile, che ricordava quello da noi in voga intorno al 1890; ma il tessuto era dato da un materiale a noi sconosciuto…Pare che gli occupanti del disco abbiano familiarita' con quello strumento che noi chiamiamo radio, pur essendo completamente diversa da come noi la intendiamo: quello che e' stato trovato e' una scatola delle dimensioni di un pacchetto di sigarette: e' priva di cavi e valvole ed emette un suono simile al nostro sonar. Probabilmente e' anch’esso un congegno che opera magneticamente… Vi era a bordo anche una specie di libro, dalle pagine indistruttibili, e scritto con caratteri sconosciuti…"

Silas Newton

Leo GeBauer
Le figure reali sulle quali poggiava la vicenda del libro di Scully erano due: un certo Silas Mason Newton, uomo d’affari impegnato nell’industria petrolifera e suo vecchio amico, dal quale aveva appreso che un team di scienziati era intervenuto, per conto del dipartimento della difesa, in un’operazione top secret su di un UFO caduto nei pressi di Aztec, e Leo Ge Bauer uno studioso specializzato in magnetismo che ebbe modo di conoscere uno di quei ricercatori incaricati dal governo USA di indagare sul principio alla base del sistema di propulsione dei dischi volanti.
La pubblicazione del libro di Scully provoco' un pandemonio nelle alte sfere del pentagono. Il governo statunitense, tramite l’Air Force, si era vigorosamente adoperato fin dal 1947 affinche' la questione dei dischi volanti venisse minimizzata agli occhi dell’opinione pubblica e il successo di vendite riscosso da “Behind the Flying Saucers” non aiutava certo la situazione.
Di li' a qualche mese un’altra analoga storia andava propagandosi per l’intera nazione: Joseph Rohrer, direttore di Radio Pueblo e presidente della "Pike's Peak Broadcasting Company", dichiaro' alla stampa che tre dischi volanti erano stati costretti ad un atterraggio catastrofico da aerei militari americani, mentre sorvolavano lo Stato del Montana nel 1952. L'unico pilota extraterrestre sopravvissuto era stato tenuto in vita per circa due anni in una enorme incubatrice costruita appositamente in California e trasportata in una localita' isolata. Per poter comunicare con l'alieno, gli scienziati americani avevano fatto ricorso inizialmente ai disegni; poi alcuni linguisti erano riusciti ad insegnargli a leggere ed a scrivere in inglese. Rohrer sostenne, inoltre, di essere entrato in uno dei dischi volanti recuperati, e ne descrisse le caratteristiche: aveva un diametro di trenta metri ed era diviso in varie sezioni. Le cabine dei piloti, erano spessi tubi cilindrici con coperchi ermetici ad entrambe le estremita'. All'interno, l'atmosfera era un miscuglio di gas sotto pressione, che conteneva un trenta per cento di ossigeno e un settanta per cento di elio. Come forza motrice il disco utilizzava turbine elettromagnetiche, che creavano un campo magnetico enorme, generato da anelli rotanti, capace di lanciarlo a velocita' incredibile. Le dichiarazioni di Rohrer furono citate anche nel libro di Donald Keyhoe "Flying Saucers from Outer Space" edito in Italia con il titolo “La verita' sui dischi volanti” .
Nel frattempo questa pubblica gazzarra su questioni top secret era giunta all’orecchio dell’AFOSI, il servizio di controspionaggio dell’air force, e dell’FBI, che in breve cominciarono ad "interessarsi" del direttore radiofonico. La misura si colmo' del tutto in occasione della conferenza che "Si" Newton tenne all’universita' di Denver per conto di Rohrer, nel maggio del ’50.
Davanti ad un folto uditorio di studenti, Newton riferi' nei minimi dettagli delle tre astronavi e degli occupanti rinvenuti al loro interno, asserendo che queste erano al momento oggetto di studi da parte di un gruppo di scienziati con i quali egli cooperava nel quadro di un programma di ricerche geofisiche. Il giorno dopo l’FBI si precipito' alla stazione radio di Rohrer, chiedendo le bobine con le quali egli aveva registrato la conferenza, e ricevendo invece dei comuni nastri cancellati.
Ben presto pero' Scully ed i suoi informatori entrarono nel mirino dei Debunkers. Sul piano ufficiale, l’attacco alla sua persona venne dalle colonne di True, il cui direttore, Ken Purdy, a suo tempo infuriatosi perche' Scully aveva optato per la pubblicazione del proprio racconto in un libro, in luogo di farne una serie di inserti per le pagine della celebre rivista, fu ben lieto di intraprendere un compito evidentemente commissionatogli da "terzi": in lungo articolo, comparso nel settembre del’52, le figure di Silas Newton e Leo GeBauer, quest’ultimo presentato come il "vero Dr Gee", venivano poste in una luce equivoca ed infamante, ed indicate come le uniche fonti di “Behind the Flying Saucers”. Determinato a condurre sino in fondo la propria azione demistificante, il direttore di True arrivo' persino ad offrire a Scully la somma di 25.000 dollari affinche' riconoscesse ufficialmente di essere stato ingannato dai due.
Simultaneamente un certo H. Flader, denuncio' alla rivista di essere stato truffato, nel ’49, da GeBauer e Newton per la cifra di 250.000 a suo dire investiti, senza trarre profitto alcuno, in fittizi giacimenti petroliferi, ed in un dispositivo elettronico ufficialmente in grado di rilevare la presenza di petrolio in volume e profondita'. Fu lo stesso autore del denigratorio articolo di True, ad esortare il Flader a sporgere un’azione giudiziaria, cosa che egli subito fece: con incredibile tempismo, la notte successiva alla notifica dell’atto, agenti dell’FBI arrestarono simultaneamente GeBauer a Phoenix e Newton a Hollywood.
Nel novembre del ‘53 i due comparvero davanti al giudice per rispondere dell’accusa di frode. Il fattore attorno al quale gravito' la vicenda processuale, fu dato dalla presunta inaffidabilita' del "doodlebug", il rabdomante elettromagnetico elaborato da GeBauer, sulla scorta del progetto M.A.D., di cui pero' l’accusa produsse non l’originale, ma per sua stessa ammissione "un modello ad esso simile", ossia arbitrariamente ad esso paragonato, che era stato acquistato presso un emporio militare per soli quattro dollari, e sulla cui base venne screditato il congegno del presunto Dr "Gee", definito di "provata inefficacia" per l’individuazione di sommergibili, durante la guerra, e "quindi" del tutto inutile ai fini del rilevamento di giacimenti di petrolio o di gas.
. Riconosciuti colpevoli di truffa aggravata, Newton e GeBauer furono condannati in primo grado a trent’anni di reclusione. I giornali diedero ampio risalto alla notizia e la storia di Scully e compagni divenne per tutti sinonimo di truffa.

Leonard Stringfield
A ripescare dall’oblio il ‘caso di Aztec’ fu il famoso ricercatore Leonard Stringfield, che negli anni settanta si era specializzato appunto nella materia degli UFO crashes pubblicando una serie di rapporti sull’argomento. A seguito di una paziente ricerca, Stringfield giunse in possesso di due elementi acquisiti da fonti direttamente coinvolte: l’informazione ricevuta nel 1980, da un ex ufficiale dell’Intelligence, relativa ad un rapporto da questi visionato, nel quale si parlava esplicitamente di un UFO precipitato presso White Sands, nel ’48; ed il nome di un importante ufficiale dell’aviazione, comunicatogli dal ricercatore Spencer Carr, nel 1982, che presenzio' all’operazione di recupero del disco di Aztec. Striengfield riusci' perfino a ricavare un identikit degli esseri rinvenuti nel disco precipitato e non possiamo fare a meno di notare la loro inquietante somiglianza con il presunto alieno del famigerato Santilli Footage. In seguito si seppe che Stringfied aveva subito minacce e intimidazioni a causa del suo interesse per il caso in questione.
All’inizio degli anni ottanta, un altro ricercatore, William Steinman, sull’onda dell’interesse sorto nella comunita' ufologica nei confronti del tema degli UFO crashes (a seguito anche della pubblicazione de “l’incidente di Roswell” di Bill Moore), decise di riconsiderare la vicenda denunciata da Scully e nel 1986 pubblico' un libro, UFO Crash at Aztec - A Well Kept Secret (l'incidente di Aztec - un segreto ben custodito), scritto con la collaborazione dell'ex tenente colonnello dell'USAF Wendelle C. Stevens, che tentava di ricostruirne la storia.
Steinman e Stevens sostengono che dopo la parziale fuga di notizie dell'evento di Roswell, il Governo degli Stati Uniti si era ben organizzato. L'argomento era di tale importanza che gli ordini vennero direttamente dal Presidente Truman, che creo' un gruppo composto da politici e militari di piu' alto grado per gestire e coprire ogni informazione sugli UFO.
La situazione era complessa, gli Stati Uniti erano nel caos amministrativo poiche' stavano uscendo da una struttura di comando industriale di tipo militare per passare a una struttura civile, ma i militari erano ancora al comando e volevano mantenere il controllo almeno fino a quando non avessero capito cosa stava succedendo.

Ricostruzione grafica di uno degli esseri recuperati
ad Aztec, New Messico. Impressionante la similitudine
con il presunto alieno del Santilli Footage
In quel periodo il Segretario di Stato era il generale Marshall, un generale a cinque stelle, cosi' i militari nominarono una rappresentativa del complesso industriale militare che essi controllavano: generali, ammiragli e alcuni scienziati che avevano lavorato alla preparazione del piano industriale. Questi uomini erano designati ad unita' operativa per fronteggiare eventuali nuovi incidenti. E qualcosa di nuovo accadde. Il 25 marzo del 1948 tre diversi radar - tra cui un radar sperimentale molto potente - captarono un oggetto non identificato nei cieli a sud-est degli Stati Uniti. Quando le onde radar lo individuarono, l'UFO sembro' perdere il controllo e comincio' a scendere rapidamente. I radar lo seguirono e riuscirono a determinare con una certa precisione il luogo in cui era caduto. Subito si scateno' un frenetico via vai di telefonate, per comunicare alle autorita' governative e all'Esercito la notizia. In pochi minuti fu informato il generale Marshall. Questi chiamo' il Presidente Truman e le massime autorita' dell'Esercito, che affidarono a Marshall la direzione dei lavori per il recupero dell'UFO e degli eventuali superstiti. "Fu subito messo in atto il piano della rappresentativa del complesso industriale militare", sostiene Wendelle Stevens. "Tutti i generali, gli ammiragli, gli avvistatori e gli scienziati furono contattati e fu loro ordinato di recarsi alla base del Colorado, dove furono prelevati e portati sul posto dell'atterraggio. Tutta questa gente doveva arrivare sul posto per vedere di persona come fosse un velivolo alieno e per avvisare direttamente (per telefono) il generale Marshall". Il generale Marshall incarico' il professor Vannevar Bush di scegliere in breve tempo un'equipe di scienziati specializzati in varie discipline, che potessero analizzare i resti del disco volante precipitato. Mentre il professor Bush organizzava la sua equipe, un gruppo di elicotteri dell'IPU (Interplanetary Phenomenon Unit), di base a Cam Hale, volava incessantemente sopra il disco volante, che era caduto in un piccolo campo di una zona poco popolata. La missione degli IPU era quella di aspettare finche' non fosse arrivata l'equipe di riconoscimento e di recupero dell'oggetto, indicare loro le strade secondarie da imboccare per passare inosservati, e impedire che qualsiasi intruso si avvicinasse.

Documento declassificato dell’OSI, presumibilmente riferito all’UFO crash di Aztec,
che riferisce di “ una radio proveniente da un UFO precipitato in New Messico”:
era la famosa scatola rinvenuta nell’UFO “delle dimensioni di
un pacchetto di sigarette” di cui parlava Scully?
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