| 27/06/2010 
  
		  Alla memoria di Carlo Sabadin, compagno di viaggio 
		nella vita di MATTEO TENAN   Il 5 giugno, dal 2007 in poi è per me un giorno di 
		tristezza, perché era il compleanno di mio padre deceduto per tumore. 
		Quest'anno pensavo di non pensarci a causa dell'indagine sui cerchi nel 
		grano e invece Sebastiano Di Gennaro ci disse che Carlo Sabadin era 
		deceduto il giorno precedente nelle prime ore. Il tumore (o la 
		chemioterapia) non perdona .  Sono tornato alla memoria del 4 aprile 1998, quando 
		a San Marino feci la conoscenza di Philip Corso, dell'Ing. Vincio De 
		Bortoli e di Carlo Sabadin. In quell'epoca noi dell'U.S.A.C. eravamo in 
		totale scontro con il C.U.N. a causa della scissione pilotata dal Prof. 
		Corrado Malanga nel tentativo non riuscito di creare il C.U.N. di 
		Ferrara. Quella mattina io e Sebastiano ci trovammo subito 
		in accordo ed in armonia con i nuovi amici, come se ci fossimo 
		conosciuti da sempre. Le intuizioni e le asserzioni di Vinicio de 
		Bortoli sulla fisica delle nuove energie, le onde Elf, i sistemi di 
		propulsioni a levitazione dei velivoli alieni erano incommensurabili. 
		Anche Sabadin mi fece un'ottima impressione per la sua abilità 
		indiscussa di organizzatore e di coordinatore, in grado di congiungere e 
		far dialogare persone che avevano idee diversissime fra loro ed in grado 
		di fare da ponte con gli ambienti conservatori della scienza ufficiale. L'unico punto d'ombra fu quando durante il ritorno, 
		il Maresciallo Antonello Lupino, allora Dirigente responsabile del C.T.S 
		dell'U.S.A.C. ci raccomandò di stare attenti, perché Carlo Sabadin aveva 
		fatto parte del reparto COLMOSCHIN dell'esercito Italiano, di cui fece 
		parte anche Antonello Lupino, 
		e quindi avrebbe potuto essere un infiltrato o una spia. Negli anni mantenemmo rapporti saltuari con la 
		fondazione Sentinel fino al Novembre 2002, quando ci ritrovammo a 
		Bologna per il festival EBE III. Il giovedì 21 novembre fece una 
		brillante relazione in memoria di Corso, tracciandone il curriculum 
		militare ed analizzandone le asserzioni su Roswell. Erano presenti anche 
		Paola Harris, Lavinia Pallotta e Maurizio Baiata, che lo aveva voluto a 
		Bologna. Sabadin era un ufologo di caratura media, capace di avere 
		alcuni spunti geniali, come i cenni inediti sull'esperimento Filadelfia 
		e l'Olivetti-Connection. In quegli anni, grazie al contributo informatico 
		indefesso di Daniele Dellerba, Maurizio Baiata e Corrado Malanga si 
		atteggiarono a paladini della libera ufologia, indipendente dal C.U.N. e 
		dai servizi segreti, dopo che Malanga è stato socio del C.U.N. per più 
		di 25 anni e consigliere direttivo per più di 15 e Baiata è stato 
		braccio destro di Pinotti per tutti gli anni '90. Sabadin in quegli anni creò una rete diplomatica di 
		collaborazioni ed alleanze, molto efficace, includendo però anche 
		esponenti del CISU e del CICAP, da cui personalmente io starò sempre 
		alla larga. Nello stesso tempo si è creata una amicizia ferrea tra 
		Baiata e Sabadin, che alla fine ha avuto l'effetto indesiderato di 
		portare Baiata a lavorare in uno stato extracomunitario. Nel 2002 seppi da Daniele Dellerba che il Sig. 
		Renato Telari di Milano del gruppo C.I.A. gli aveva detto di stare in 
		guardia da "Carmelo Sabadin", infiltrato dei servizi segreti.  Nel 2003, il 
		21 marzo ritrovai Sabadin e conobbi Paolo Bolognesi a Budrio, ospite 
		della conferenza organizzata dall'Associazione Libero Arbitrio di cui fa 
		parte Anna Maria Mandelli. Anche quella fu una conferenza molto efficace 
		in cui Sabadin espose i suoi dati in modo brillante e chiaro mantenendo 
		l'attenzione vivissima fino all'ultimo momento. In quei mesi Sabadin movimentò l'ambiente 
		dell'ufologia italiana, affermando che la redazione italiana di Nexus 
		aveva ricevuto una lista di proscrizione, da fonti non 
		meglio precisate  in 
		cui c'eravamo anche noi e Dellerba oltre alla Fondazione Sentinel ed 
		alla Stragrande maggioranza dei Camelot e sia Tom Bosco che Furio Stella 
		avevano rispettato scrupolosamente quelle indicazioni per evitare di 
		trovarsi delle bombe in casa o altri inconvenienti similari. Nell'Estate del 2003 si consumò al demolizione 
		dell'ARUP da parte dei Sabadiniani Eugenio Ballini e Lavinia Pallotta, 
		lasdciando Dellerba praticamente da solo, nonostante tutta la mole si 
		lavoro da lui svolta sia per lo sviluppo di siti web e di nuove 
		metodologie informatiche, che il lavoro manuale ed estenuante come 
		moderatore, mentre Sabadin esprimeva posizioni molto personalistiche non 
		da tutti condivise, nella comunità ufologica. In quel periodo un esponente del CUN siciliano fece 
		una proposta ultrademenziale: la costituzione di un albo degli ufologi, 
		sulla scorta dell'albo dei giornalisti di origine fascista, allo scopo 
		di importare la legge di Peel "la moneta cattiva scaccia la buona" 
		nell'ufologia. Ci trovammo tutti contrari. 
		 Sabadin in quel periodo si espresse più volte per 
		la falsità del Cerchio nel grano di Melara, facendo andare su tutte le 
		furie Di Gennaro e Garofalo, poi, grazie alla mia mediazione i rapporti 
		si riarmonizzarono e Carlo Sabadin fu invitato al Convegno di Ottobre 
		2003. In quel periodo Carlo Sabadin ed Eugenio Ballini proposero la 
		Carta di Ferrara, che non era un'idea totalmente malvagia. Questa 
		avrebbe voluto creare una confederezione ufologica italiana promuovendo 
		un coordinamento e un controllo centrale a livello nazionale. questo 
		necessariamente limitava la liberta d'azione di ogni singolo individuo, 
		per elevarne la qualità, consentire a tutti di disporre di metodologie 
		di avanguardia e di laboratori per le analisi, di coprire vaste aree di 
		territorio di compensare gli uni con gli altri e di evitare le perdite 
		di dati, di fare gruppo anche là dove gli ufologi si sentono più 
		isolati. Ma questo limita anche la libertà individuale di 
		ogni investigatore/ divulgatore e di ogni associazione, perché una parte 
		di sovranità deve essere delegata agli organi di controllo ed analisi 
		nazionali.  In quel periodo era presente nell'U.S.A.C. Jerry 
		Ercolini che fece le barricate contro Sabadin ed era anche fortemente 
		avverso a Pinotti, La mozione di aderire alla Carta di Ferrara non passò 
		e l'U.S.A.C. rimase da solo. Sabadin, un giorno mi disse (e questo non 
		lo dimenticherò mai) che lui doveva rispettare uno statuto svizzero ed 
		uno statuto italiano e che era disponibile anche ad iscriversi alla 
		nostra associazione e a rispettare lo Statuto dell'U.S.A.C. Il sabato ci fu un'ottima conferenza di Carlo 
		Sabadin sul caso Hessdalen nel suo complesso. A S. Maria Maddalena si 
		materializzarono Renzo Cabassi e Nico conti dalla lontanissima Bologna; 
		non erano mai venuti a vederci e non vennero mai più nei convegni 
		successivi. Egli ha analizzato il caso fotografico che ha avuto come 
		avvistatore il dttor Massimo Teodorani. Quindi il dottor Sabadin ah 
		espresso motivate critiche all'intepretazione riduzionistica del fisico 
		Matteo Leone del CISU di Torino. Alla fine della conferenza Cabassi e Conti se ne 
		andarono; Cabassi era cupo in volto, mentre Conti aveva la sua 
		espressione interdetta e sorpresa di chi si è appena svegliato dal 
		letargo. Gli chiesi cosa ne pensavano del convegno. Cabassi disse 
		"Questo è antisemitismo e viene punito dalla legge!". contemporaneamente 
		Nico Conti mutò la sua espressione di stupore in una espressione che 
		voleva essere di rimprovero e disapprovazione, ma che non avrebbe 
		spaventato neppure una lumaca. Io in quel momento non compresi. pensavo 
		che ci fosse stato un commento pesante contro Sabadin che mi ero perso, 
		in quanto Sabadin è un cognome di origine ebraica. Chiesi “che cosa è 
		successo e fatto da chi?” Nel frattempo arrivò fuori dalla sala anche 
		Carlo Sabadin e Renzo Cabassi disse: “Voi non fate scienza e vi dovreste 
		vergognare per quello che dite.". Stavamo passando dalla tragicità, alla 
		farsa, all'enigmistica. Cabassi e Conti uscirono dal cortile 
		dell'auditorium e sul marciapiede si avviarono alla loro autovettura. Io 
		e Sabadin andamo verso il bar.  L'amico Carlo ci spiegò che Matteo Leone era di 
		origine ebraica, come anche il cognome Sabadin. Il problema non era 
		questo, era che Leone aveva fatto una tesi di laurea sulla storia della 
		fisica e la sua esperienza in laboratorio ammontava a una ridicola 
		quantità di ore ed esperimenti. La madre di Colzani si chiama Sabadin. 
		Anni dopo vidi una foto di Matteo Leone su una rivista del Cisu e notasi 
		che mi assomiglia abbastanza di fronte e molto di profilo, ma assomiglia 
		molto di più a mio padre e all'ufologo Maurizio Pezzolato. Ovviamente né 
		a Carlo Sabadin, né ad alcuno dei presenti interessavano la religione di 
		Matteo Leone, né  le sue 
		presunte origini semitiche, in quanto il punto in discussione era 
		l'origine artificiale ed intelligente dei fenomeni di vario tipo 
		riscontrati, fotografati e registrati con varie strumentazioni nella 
		zona sopra ed intorno alla località norvegese di Hessdalen, a aprtire 
		dagli anni '70. Io sono cattolico, però devo osservare che chi 
		osserva i precetti del Talmud non dovrebbe dire cazzate nel giorno di 
		Shabbath e neanche negli altri 6 giorni della settimana creata da D_o. Sabadin, mentre eravamo in bar disse che a 
		Hessdalen negli anni '30 si era verificato un caso di abduction. In quel pomeriggio Carlo mise il suo computer a 
		disposizione di Giuseppe Garofalo, perché il suo computer non 
		funzionava, permettendogli di svolgere la sua relazione. La domenica l'U.S.A.C. non aderì ed i membri 
		Camelot non la presero bene, anche Stargate (MALANGA) ed Ansu (COLZANI) 
		non aderirono. Voglio far notare che queste vicende storiche e 
		questi casi di molti anni fa sono ancora di strettissima attualità e per 
		molti giovani appassionati ed inquirenti sconosciute, quindi ritengo 
		siano di interesse. Lavinia Pallotta mi fece un'intervista per il 
		Trianfgolo della Brermuda. Sabadin fece un'intervista a Di Gennaro.  In novembre Carlo Sabadin ci fece le condoglianze 
		per la morte in incidente stradale in circostanze mai chiarite di Manuel 
		Cobianchi. Nel 2004 si verificarono tre episodi che ci misero 
		in rotta di collisione totale con Sabadin, da allora non fu più 
		possibile né mediare né riconciliarsi. Il primo episodio fu la mia 
		estromissione dal progetto cinematografico, multimediale e videoludico 
		FIVE CHINESE ELEMENTs, di cui io ero il principale sceneggiatore, a 
		causa della mia conoscenza delle razze aliene e delle loro agende. Un 
		giorno MARCELLO PECCHIOLI mi telefonò per invitarmi ad una riunione a 
		Milano la settimana successiva, chiesi un permesso dal lavoro. Dopo due 
		giorni, mi ritelefonò per dirmi hce non c'era bisogno della miai 
		presenza, in quanto la sceneggiatura sarebbe stata curata da Carlo 
		Sabadin. poche settimane dopo, fummo avvertiti che il sedicente 
		contattista Antonio Urzi era stato in trasmissione "Il triangolo della 
		Bermuda" con Sabadin a Radio Popolare, attaccando pesantemente l'U.S.A.C. 
		ed accusando DI GENNARO di averlo ricattato per estorcergli l'iscrizione 
		all'U.S.A.C. ed esprimendo pesanti giudizi sulla sua competenza 
		scientifica. Poi io scrissi una lettera aperta per 
		ridimensionare le affermazioni di URZI. Al convegno del Circolo IGHINA di Montegrotto del 
		2004, avremmo dovuto parlare io, Maurizio Baiata e Gianni Viola. 
		Maurizio Baiata rinunciò a parlare ed incaricò Carlo Sabadin come suo 
		sostituto, inoltre il giornalista romano, convinse i vertici 
		dell'associazione padovana a cancellare la mia conferenza, affermando 
		che sarebbe stato un doppione rispetto alla relazione del più competente 
		Sabadin. Mi resi conto che la lacerazione fra noi era 
		divenuta insanabile e me ne feci una ragione ognuno avrebbe dovuto 
		procedere per la sua strada. In quel periodo ed in quello successivo fui 
		informato via internet ed anche da mie i colloqui personali su vari 
		comportamenti poco edificanti che non fanno bene all'ufologia, ma 
		mantenni la mia scelta di pormi al di fuori di ogni disputa e polemica. 
		Io non ho mai fatto osservazioni o critiche a Sabadin o a chiunque 
		altro, al di fuori della ricerca scientifica, ne sono mai entrato nel 
		discorso personale e delle frequentazioni. Cosa che invece a me è stata 
		fatta sempre.  Il 29/9/2006 a Montegrotto presso il Convegno “Il 
		Coraggio delle Idee” ritrovai l'amico VINICIO DE BORTOLI, il quale ci 
		invitò a federarci alla Fondazione Sentinel, pur rimanendo autonomi come 
		U.S.A.C., invito che è tuttora valido anche per le altre associazioni di 
		ricerca ufologiche e di altro scopo, di chi sta leggendo. Io d'istinto 
		rifiutai, adducendo come ragione il comportamento tenuto da Carlo Sabdin 
		nei confronti dell’U.S.A.C . De Bortoli mi disse che Carlo Sabadin non faceva 
		più parte della fondazione Sentinel, ne era stato espulso nel 2005 
		insieme a Ballini, Della chiesa, Briganzoli, Bolognesi e Pallotta, per 
		aver cercato di sostituirsi agli organismi della Fondazione, di cui 
		Sabadin er parte integrante, in quanto ricopriva la carica di 
		Responsabile della Sicurezza. Essi non avevano alcun diritto di usare né 
		la denominazione "Fondazione Sentinel" né il marchio con il monolito, 
		perché erano entrambi registrati in Svizzera. Ancora oggi, molti siti 
		internet lo definiscono "Presidente della Fondazione Sentinel", in 
		realtà il Presidente della autentica Fondazione Sentinel è il Dott. 
		Giuseppe A Marca, cittadino svizzero. Sabadin aveva dato vita ad una 
		Associazione Sentinel, appropriandosi di un marchio che appartiene ad 
		altre persone.  Non mi fa piacere affermare che Sabadin non è il 
		legittimo Presidente della Fondazione Sentinel, ma è necessario per 
		tutelare i legittimi interessi di un organismo e di persone 
		giuridicamente riconosciuti e scongiurare la possibilità, seppur remota, 
		di un incidente diplomatico internazionale Fui rattristato quel giorno, perché non mi sarei 
		aspettato che avesse creato una tale situazione, considerato che De 
		Bortoli aveva sempre trattato Sabadin meglio di suo figlio Roberto ed 
		egli aveva tutto da guadagnare dall'appoggio dell’inventore triestino. 
		Mi rendo conto che Sabadin potesse essere ostile a me e a Dellerba e che 
		ci percepisse come due concorrenti, ma la presa di posizione contro 
		Vinicio De Bortoli fu indubbiamente autolesionista. Inoltre Vincio De bortoli conosce dei medici di 
		indubbio valore, tra cui alcuni oncologi che guariscono veramente il 
		cancro. Nel 2005 Vainicio De Bortoli fu bersagliato da un attacco con 
		armi elettromagnetiche, che gli provocò un arresto cardiaco. Fu portato 
		immediatamente in un reparto particolare di un ospedale dove medici di 
		eccezionale valore, in pratica lo riportarono in vita, da una situazione 
		di confine.    Negli anni successivi, mi tenni al di fuori delle 
		polemiche, che divamparono su Internet non solo tra Sabadin e Dellerba, 
		ma anche con altre persone, a me sconosciute. Io concentravo le mie 
		energie, invece per indagare sulle vere intenzioni degli extraterrestri, 
		non degli ufologi, e trovare uno sbocco editoriale per i miei articoli e 
		per quelli di DI GENNARO censurati sia dal CUN che dal gruppo Hera di 
		Forgione.. Nel 2007, ci fu il trasferimento del gruppo Hera da 
		Roma a Binasco con il gruppo editoriale Acacia, le cui motivazioni sono 
		un mistero ateo. Sempre nel 2007 un pezzo grosso dell'ufologia 
		italiana si è permesso in un video di dire che tipo di donne Carlo 
		Sabadin avrebbe dovuto frequentare, cosa che io non ha mai fatto e mai 
		mi permetterò di fare per gli altri . Io ho una copia di tale video. 
		Ovviamente Sabadin non ha mai ricevuto copia di quel video quindi non 
		avrebbe potuto, neanche volendo seguire tale consiglio.  Contemporaneamente il libro di PAOLO BOLOGNESI "UFO 
		LA SCOMODA VERITÀ", a cui Carlo Sabadin aveva contribuito scrivendo 
		molte pagine e mutando molte della sue convinzioni degli anni 
		precedenti, costituì un fiasco clamoroso. Nel 2008 noi dell’U.S.A.C. approdammo ad Area di 
		confine, insieme al dott. Roberto Pinotti e all'Ing. Ennio Piccaluga e 
		da quel momento possiamo dire che non ha costituito un fastidio per noi. Il rilancio di Roberto Pinotti, l'inserimento di 
		Daniele Dellerba dopo 12 anni di Bavaglio, cambiarono gli equilibri 
		dell'ufologia italiana. dal duopolio CUN-Stargate, si passò ad un 
		duopolio imperfetto CUN-Malanga, dove assistiamo ad un Malanga più 
		impegnato ad attaccare il vaticano che a risolvere definitivamente il 
		problema dei rapimenti alieni e che, incomprensibilmente, ha sconfessato 
		persino il gruppo Stargate da lui stesso fondato . DANIELE DELLERBA ha affermato fin dal 2007 che ci 
		sarebbe stato un ritorno al CUN, a causa del comportamento dei Camelot. 
		Io non sono d'accordo, perché la riconquista da parte di Pinotti del 
		ruolo guida della comunità ufologica italiana è stata dovuta solo in 
		parte agli errori strategici di Baiata, Malanga e quindi Sabadin, ma in 
		gran parte alla vitalità della struttura del CUN ed alla scelta degli 
		ufologi che su Internet possono scegliere il CUN in mezzo a decine di 
		altre realtà associative attive, compresa l'A.N.S.U. Le altre compagini che fanno capo al gruppo 
		X-Publishing sono fortemente ridimensionate e frazionate. L'esilio di 
		Maurizio Baiata e la perdita di ulteriori componenti ha relegato il 
		gruppo Camelot ad un ruolo comprimario.  Il 5 marzo 2010, a Bologna feci un intervento di 5 
		domande per spingerlo a riconsiderare le sue enunciazioni e fargli 
		notare le contraddizioni in termini, ma non rispose e girò intorno ai 
		problemi. Il giorno 12/3/2010 io ho scritto un resoconto 
		critico sulla Conferenza di Sabadin "UFO IPOTESI FINALE", a Bologna, per 
		spronarlo a ragionare e a far emergere il Sabadin del 1998, del 2002 e 
		del 2003 e contemporaneamente per tutelare la serenità ed il coraggio 
		dei testimoni UFOs ed in particolare delle donne addotte, che potrebbero 
		essere particolarmente vulnerabili dalla ridicolizzazione. Non ho fatto 
		una ripresa video di quella conferenza, perché quello non era il vero 
		Sabadin, ma una controfigura di sé stesso, la ritirata dell'intelligenza 
		e dell'imprevedibilità di un amico di fronte al buio. Mi sarebbe 
		piaciuto confrontarmi di nuovo con lui, ma non mi chiamò. Il giorno 18 
		marzo telefonò invece al Prof. Sebastiano Di Gennaro, dall'ospedale dove 
		faceva la chemioterapia, minacciandoci di distruggerci, mentre l'amara 
		realtà era che il suo sistema immunitario stava andando in pezzi. Gli altri ufologi italiani, che sono in contatto 
		con i servizi segreti, sapevano già da tempo che Carlo aveva problemi di 
		salute e quindi evitavano di rispondere in pubblico alle sue invettive 
		dirette, preparando invece la sua beatificazione, adesso che non può più 
		rompere i coglioni  Negli ultimi giorni della sua vita, scriveva su 
		facebook delle frasi in sanscrito, da cui deduco che si sia avvicinato 
		all'Induismo, disciplina che io conosco invece in modo più approfondito, 
		da molte incarnazioni passate, per cui gli auguro di superare il velo di 
		Maya ed approdare alla conoscenza non duale, procedendo nell'evoluzione 
		verso nuovi meravigliosi traguardi. Shirley Mc Laine, citata da Carlo Sabadin a 
		Bologna, diceva che tutto sta nel recitare la vita, io invece come nella 
		tradizione dei rom, concepisco la vita come un lungo viaggio sulla ruota 
		del karma, un pellegrinaggio dell'anima, come i pellegrinaggi a 
		Gerusalemme degli uomini di fede Ad un certo punto la carovana viene 
		fermata, improvvisamente e Manuel Cobianchi deve scendere forzatamente. 
		In un'altra tappa Daniele Monti Nia viene portato via. poi è toccato a 
		mio padre, per un tumore al cervello, allo zio della mia fidanzata. Ma 
		in questo lungo viaggio metafora della vita, altre persone salgono su 
		questa carovana. Mi auguro nel futuro di ritrovarmi davanti Carlo in un 
		corpo più giovane, magari in una conferenza che farò io, con il suo 
		atteggiamento corrosivo, in modo Dio possa dargli la possibilità di 
		dirmi davanti quello che avrebbe voluto dirmi e a me la facoltà di 
		ascoltarlo, insieme agli altri, percorrendo un'altra tappa dell'immenso 
		viaggio della vita.   
		 Non siamo qui per piangere, ma per onorare in modo 
		attivo e concreto la sua vita intensa. Io propongo di istituire un convegno annuale 
		itinerante intitolato alla memoria di Carlo Sabadin, in cui oltre che di 
		Ufologia, fisica quantistica e discipline vediche, senza preclusione del 
		CICAP, si discuta anche di metodologie di prevenzione e cura dei tumori. Il convegno potrebbe essere strutturato in questo 
		modo due giorni. Il primo comincia con la proiezione di un filmato di 
		una conferenza di Carlo e si inaugura una mostra/istallazione in cui ci 
		sono foto e cimeli di Sabadin. I relatori si alternano affrontando temi di 
		ufologia attuale, fisica quantistica e discipline vediche, filmato 
		serale di un relatore che non è potuto venire e che ha conosciuto 
		Sabadin in vita . Il secondo giorno si riaprirà con una tavola 
		rotonda in cui i relatori affrontando una retrospettiva di una argomento 
		del passato e di come sia evoluto nel corso del tempo. I lavori 
		proseguiranno su vita dopo la morte, NDE, comunicazioni con l'al di là, 
		metafonia e casi a sostegno della reincarnazione.  Contemporaneamente nello spazio mostra, la gente si 
		incontrerà e potrà discutere o verranno presentati dei libri o delle 
		opere d’arte.  Quindi nel pomeriggio interventi scettici, per 
		esempio di uno del CICAP che era amico di Sabadin come Adalberto 
		PIazzoli, o di esponenti del Cisu, che costituiranno una sessione di 
		risoterapia. Questo è opzionale per i primi anni, perché alcuni 
		scienziati come Pinotti e i naturalisti dle WWF, temono che tra il 2013 
		e il 2021 gli scettici saranno completamente estinti. Il convegno proseguirà con un medico che spiegherà 
		un sistema di cura o di diagnosi per i tumori, alternativo alla 
		chemioterapia e si concluderà la sera con la testimonianza di una 
		persona non ufologica, né scienziato che ha conosciuto Sabadin 
		nell'ambito della vita ordinaria. La manifestazione potrà avere come sponsor 
		Vodafone, FOCUS, Area di confine e se non avrà chiuso bottega 
		X-TIMES.  Il convegno dovrebbe avvenire a rotazione ogni anno 
		in una località diversa, dove Sabadin ha lavorato o ha fatto una 
		conferenza, si potrebbe tenere nell'anniversario della dipartita, in 
		quanto nell'anniversario della nascita, ci sarà molto caldo e la gente 
		andrebbe al mare.   Io sono disponibile a collaborare in prima persona 
		per l'allestimento e l’organizzazione di tale evento. NAMASTE' amico Carlo. MATTEO TENAN e-mail: figlitesla@tiscali.it -------------- COMUNICATO U.S.A.C. su un messaggio e-mail che cita 
		nostre informazioni Di MATTEO TENAN Segretario dell’U.S.A.C.. Abbiamo ricevuto per conoscenza un messaggio e-mail 
		in data 10/6/2010, scritto da un nostro amico e diretto a Giorgio 
		Pastore del C.R.O.P. in cui viene citata una telefonata intercorsa tra 
		il direttore Sebastiano Di Gennaro e il dottor Carlo Sabadin in data 
		giovedì 18/3/2010, il cui contenuto è stato da me medesimo comunicato 
		all'autore della medesima, all'epoca, quando Sabadin era ancora vivo. Siccome questo messaggio non è stato 
		preventivamente concordato con noi e non è stato inviato solo al Sig. 
		Giorgio Pastore, ma ad un numero imprecisato di indirizzi e-mail di 
		tutta Italia, sento il dovere a nome di tutto l'U.S.A.C. a prendere le 
		distanze da questa disgustosa comunicazione. I processi post-mortem sono 
		una pratica contraria alla nostra etica, perché l'imputato non ha alcun 
		sistema per difendersi e anche se uno dei suoi amici o collaboratori 
		replicasse a tale messaggio, l'immagine ne viene indubbiamente lesa. Io 
		ho condiviso con l'autore dello scritto numerose battaglie polemiche, 
		spesso impopolari, ma basate sui principi e a questo punto sono 
		costretto ad esprimere la mia totale disapprovazione per il suo 
		contenuto, pur rivendicando la mia profonda amicizia e stima verso 
		l’estensore. Di conseguenza, l’autore si deve assumere piena 
		responsabilità per la missiva. MATTEO TENAN E-mail: figlitesla@tiscali.it  27/06/2010 Il fiume PO: da 
		Marco Todeschini all'Homo Saurus
 Attualità su Marco Todeschini  sul  fiume Po, 
		pubblicata il 16 Febbraio 1950 
		sul settimanale "OGGI" .
 
 
 Il fiume PO, oltre ad essere un luogo ricco di avvistamenti di UFOs e
 di umanoidi misteriosi, tra cui l'Homo Saurus, descritto nell'omonimo
 libro di Sebastiano Di Gennaro, è stato testimone di una pagina
 importante della scienza mondiale. Attraverso l'osservazione del grande
 fiume italiano, presso Casalmaggiore ad oltre un centinaio di kilometri
 da dove ha sede l'U.S.A.C., (Centro Accademico di Studi Ufologici di S.
 Maria Maddalena), il Marco Todeschini, ancora adolescente, concepì la
 teoria delle Apparenze, una meravigliosa sintesi scientifica della
 Leggi del Creato.
 Mi preme sottolineare che nel 1914, il futuro scienziato, non poteva
 disporre di computer, trasduttori ed altri apparati tecnologici,
 inventati o reinventati nei decenni successivi, ma di una risorsa
 inestimabile, che, nonostante sia gratuita, scarseggia nelle menti
 degli scettici organizzati: la curiosità.
 
 
 
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 CIAO
 U.S.A.C.
 MATTEO TENAN
 
 2007-04-25
 SCOPERTO PIANETA SIMILE ALLA TERRA
         Fonte: Vari notiziari e telegiornali
 Mercoledì 25 Aprile 2007
 Inserito da Matteo Tenan  Gli astronomi europei dell'E.S.O. di stanza in Cile hanno scoperto un Pianeta extrasolare in orbita attorno alla stella nana rossa Gliese 581 distante 20 anni luce da noi.
        Il Pianeta è stato definito "gemello" in quanto è il primo pianeta extrasolare avente caratteristiche tali da poter supportare forme di vita. Il Pianeta ha una massa pari a 5 volte il Pianeta Terra, un moto di rivoluzione di 13 giorni ed una distanza dalla sua stella 14 volte inferiore
        alla distanza media Terra-Sole, ma queste caratteristiche ne determinano una temperatura tale da permettere la presenza di acqua liquida e la possibilità di sviluppo di forme di vita. In quel sistema stellare si trovano altri due Pianeti di tipo gigante. 2007-03-27
 2100, modifiche irreversibili al clima anche se si tagliano i gas serra Fonte: 
        LaRepubblica.it Ricerca Usa: il processo è ormai avviato e potrà solo essere contenuto A rischio specie animali e vegetali, che si stanno spostando verso zone più fredde
 I mutamenti più significativi nelle regioni tropicali e subtropicali, in Amazzonia e Indonesia Nelle Ande, in Siberia e Australia del sud molte combinazioni climatiche destinate a scomparire del tutto.Climi destinati a scomparire dalla faccia della Terra, sostituiti da nuovi, mai osservati. Con loro potrebbero andarsene definitivamente anche diverse specie animali e vegetali. Nel 2100, secondo le previsioni degli scienziati, molte delle combinazioni climatiche cui siamo abituati rischiano di non esserci più. E succederà indipendentemente dalla riduzione delle emissioni di gas dannosi: l'estensione del fenomeno sarà più contenuta se i gas serra verranno tagliati drasticamente, ma il fenomeno è comunque innescato ed è ormai irreversibile.   L'ultimo allarme sull'emergenza clima arriva da uno studio americano. Le previsioni della équipe coordinata dal professor John W. Williams del Dipartimento di geografia dell'Università del Wisconsin a Madison, negli Stati Uniti, e pubblicate su Proceedings of the National Academy of Sciences sono calcolate in base agli ultimi dati dell'agenzia Onu per i cambiamenti climatici, la Ipcc (Intergovernmental Panel on Climate Change). Cifre che parlano chiaro: sia in uno scenario di emissioni elevate che ridotte, sono molte le regioni che nei prossimi decenni sperimenteranno grossi cambiamenti anche a livello di bioni, le grandi comunità ecologiche costituite da animali e vegetali che vivono in un determinato clima e vi si sono adattate.   I mutamenti più significativi si avranno nelle foreste pluviali dell'Amazzonia e in quelle indonesiane e più in generale nelle regioni tropicali e subtropicali. Ma anche aree come gli Stati Uniti meridionali e la Penisola Arabica ne risentiranno in maniera significativa. E Ande, Siberia e Australia meridionale sono particolarmente a rischio per la scomparsa di climi in toto.   In base alle proiezioni di Williams e colleghi le foreste pluviali in Brasile potranno subire un aumento della temperatura di 2-3 gradi centigradi nei mesi di dicembre, gennaio e febbraio e di 4-5 gradi negli altri, mentre i climi destinati a sparire sono concentrati nelle regioni più fredde.
 La Penisola Arabica avrà più piogge e diventerà più calda, con un aumento anche di 4-5 gradi centigradi nei mesi di dicembre, gennaio e febbraio, mentre il Messico nei mesi invernali sarà molto più secco.   "La nostra analisi è basata su simulazioni che partono da nove modelli climatici differenti, otto dei quali per uno scenario a basse emissioni di gas inquinanti - spiega a Repubblica.it il professor Williams - Ogni modello porta ad una risposta diversa all'aumento dei gas serra e permette di formulare previsioni per i climi che spariranno e quelli nuovi che si svilupperanno". Rispettivamente, in caso di emissioni di gas serra elevate, il 39 per cento della superficie terrestre potrebbe sperimentare climi nuovi mentre sul 48 per cento spariranno climi noti. In caso di emissioni ridotte, il 20 per cento della superficie andrà incontro a nuovi climi, percentuale che rimane invariata per quel che riguarda la scomparsa di climi noti.   Dati preoccupanti, che hanno stupito anche gli autori della ricerca. "Le cifre sono maggiori rispetto a quello che mi aspettavo - ammette Williams - e certamente il fenomeno è allarmante". Quello che ha sorpreso in particolare gli scienziati è la concentrazione di climi nuovi e climi che invece moriranno nelle regioni tropicali. "Molta attenzione finora è stata data alle zone artiche e per buoni motivi - dice lo scienziato - perché è lì che i cambiamenti più imponenti avverranno. Ma ai tropici anche una variazione climatica più ridotta diventa più significativa: e il rischio è che le specie tropicali siano più sensibili ai mutamenti climatici perché si sono evolute per affrontare livelli di mutamenti più contenuti".   "Molti di questi mutamenti sono già in atto - commenta Giampiero Maracchi, direttore dell'Istituto di Biometeorologia del Cnr di Firenze - Basta pensare che già l'85 per cento delle specie - animali, vegetali, insetti - si sono già spostate verso nord o verso l'alto, in zone di montagna. O a una pianta come l'ulivo, che oggi si coltiva già con successo in Gran Bretagna".   Sulle proiezioni però, per il professore, occorre una certa cautela perché su tempi lunghi si rischia di commettere errori. "Quello che è certo è che il cambiamento è ormai avviato e aumenteranno soprattutto le manifestazioni estreme del clima. Cioè, farà più caldo d'estate, ci saranno più precipitazioni, ma farà anche più freddo".   Se ci si metterà effettivamente in moto per ridurre le emissioni nocive, qualcosa si può ancora fare. "Anche con emissioni di gas serra ridotte alcuni climi scompariranno, ma l'estensione del fenomeno sarà minore rispetto al caso in cui le emissioni non vengano tagliate", conclude Williams. E Maracchi aggiunge: "Sono ottimista sulla capacità umana di intervenire perché la situazione, sempre nei limiti del non ritorno, si può ancora fronteggiare. Sono meno ottimista invece sui tempi: occorre muoversi in fretta, nei prossimi venti anni. Ma si deve intervenire prima di tutto sui meccanismi economici. Vanno cercati modelli di produzione diversi, meno invasivi e meno                 inquinanti".
 La REPUBBLICA.it  .AMBIENTE di ALESSIA MANFREDI - ROMA  Commento di Pier Paolo Saba  Lunedì 2 Aprile 2007 ore 17:42:25Riflessioni all'articolo che segue in calce alla presente.
 In diverse occasioni e circostanze, riaffiorano alla memoria, ricordi delle bellissime stagioni che hanno attraversato la mia esistenza.  Quanto era bello e diverso allora, quando bambino potevo correre sui verdi prati fioriti sotto il tepore del sole primaverile, l'inverno era oramai alle spalle, solo un ricordo, ormai era passato e potevo correre felice.  Sebbene la guerra fosse finita da poco, appena tre anni dalla mia nascita, nell'incoscienza ed innocenza dell'età, quello che contava allora era poter vivere questa stagione primaverile sotto il tepore del sole che faceva risplendere i campi con i colori meravigliosi dei fiori che, a chiazze più o meno estese si stagliavano in mezzo al verde dell'erba rendendo una visione paradisiaca nei cromatismi intensi e rutilanti che incantavano e stimolavano la fantasia. Sono passati tanti anni da allora e le cose sono cambiate; i bei ricordi sono oramai sbiaditi; consunti dal tempo inesorabile, irreversibile.  Durante tutti questi anni e sopratutto nell'ultimo periodo si sta osservando il lento declino del nostro sistema ecologico e climatico conseguente ai gas serra, emanati senza criterio e controllo dalle fabbriche gestite dalle multinazionali votate al DIO DENARO, incuranti dei danni provocati e che continuano a procurare alla salute pubblica mondiale ed all'ecosistema, il quale in questa "morsa velenifera" sta oramai agonizzando. A dimostrazione della lenta agonia della nostra bellissima terra, unica nel nostro sistema planetario, giunge oggi la drammatica conferma degli ultimi studi che evidenziano la tragica fine che farà il nostro pianeta, nonostante gli sforzi del momento; tutte le terapie possibili ed immaginabili paiono inutili, pertanto pare che, impossibilitati oltre, ci si debba rassegnare. Nel 2100, la terra, esalerà l'ultimo respiro. A pensarci bene, mentre scrivo, mi ritornano in mente le profezie del RAGNO NERO (personaggio del medioevo), un frate, costui, che aveva annunciato la distruzione dell'uomo empio e malvagio, un evento che avrebbe portato le condizioni che stiamo vivendo... e se avesse ragione lui? Tutto succederà nel 2089. La fine totale dell'empietà umana.
 
 Commento di Matteo Tenan Quali strade intraprendere  Mercoledì 25 Aprile 2007Le tecnologie e la volontà per il cambiamento.
 Secondo 
          me i danni non sono irreparabili. Ci sono già le tecnologie per migliorare radicalmente la situazione ed annullare gli effetti catastrofici a cui stiamo assistendo.
          Non ci sono solo NIKOLA TESLA e PIER LUIGI IGHINA con le loro invenzioni, di cui sto scrivendo articoli. Voglio ricordare il MAGNOKRAFT o camera di oscillazione, le celle di Peltier e il gas di YULL BROWN. 
          La camera di oscillazione assorbe il calore ambientale e produce energia elettrica, quindi ha un effetto di raffreddamento. Il gas di Brown, d'altro canto, oltre a varie caratteristiche peculiari, è in grado di scindere la molecola di anidride carbonica in ossigeno e carbonio fullerene.
          Un procedimento analogo si può applicare per gli ossidi di azoto e per l'anidride solforosa che causa le piogge acide.
 Quindi la tecnologia è già disponibile, ma purtroppo viene a scontrarsi con il vero problema che è quello che io chiamo l'egoismo suicida.
          Una persona veramente egoista non distrugge la terra e l'ecosistema che gli dà da vivere. Eppure, invece, il sistema economico in corto circuito, che crea disoccupazione e povertà, distrugge l'ambiente. Purtroppo non si tratta solo delle multinazionali, 
          ma, bisogna dirlo, anche dei singoli individui, delle piccole imprese, dei piccoli artigiani, degli agricoltori, con comportamenti scellerati, così come i grandi industriali organizzati.
          Vorrei anche ricordare l'inquinamento luminoso che è anch'esso una fonte di consumo inutile di energia, una gara di megalomania che va oltre la necessità giusta di illuminare strade e piccoli sentieri di notte. Per esempio, ci sono zone anche nei piccoli centri abitati fortemente illuminate con apparati che fanno male agli occhi. Non so se avete notato, anche a Ferrara, si trovano lampade gialle che hanno un effetto strano: si vedono gli oggetti in bianco e nero.
          Poi non bisogna neppure dimenticare che anche nelle organizzazioni ecologiste e nei movimenti apparentemente ambientalisti ci sono gli infiltrati e i traditori, così come nei centri ufologici, che invece di indirizzare le forze sociali per l'innovazione verde, si sono venduti per una poltrona.
          Non è una storia solo moderna: ricordiamo i Templari: essi erano più avanti dei loro contemporanei per saggezza e per coscienza: costruirono cattedrali, usando correttamente il feng-shui e le correnti telluriche, come Nikola Tesla conoscevano la griglia energetica del Pianeta Terra e le frequenze di risonanza. Questi cavalieri sono finiti sul rogo a causa di personaggi ignobili, ignoranti e senza etica.
 La salvezza verrà da come le nuove tecnologie si diffonderanno con il passaparola, by-passando il lucro a tutti i costi e come, contemporaneamente a questi dispositivi esterni, cambierà l'interiorità e la psiche degli esseri umani.
          Rimane poi comunque il problema delle specie che si sono già estinte nel passato, che sono troppe (anche una sola è una catastrofe) e che qualcuno vorrebbe forse riportare in vita con strane metodologie azzardate di manipolazione genetica su cui occorre usare estrema cautela.
 
 2006-05-25
 LA CROAZIA CHIEDE SCUSA A NIKOLA TESLA PER NON AVER RICONOSCIUTO IL SUO GENIO
         Fonte: Physorg.org 
 Giovedì 25 Maggio 2006
 Il consiglio della città di Zagabria si è riunito ufficialmente mercoledì 24 maggio, esattamente 114 anni dopo che Tesla si era presentato al sindaco di allora, con l'idea di introdurre l'illuminazione elettrica delle strade della città.Le autorità avevano risposto al giovane inventore che non capivano la sua visione e avevano bocciato il progetto, adottando l'illuminazione elettrica 15 anni dopo.
 "Si trovò obbligato ad andare all'estero, ma non dimenticò mai il suo paese" da dichiarato Tajana Holjevac, capo del consiglio municipale.
 
 Il sindaco di Zagabria Milan Bandic ha dichiarato che la capitale ricorda Tesla con orgoglio, in quanto ha commemorato il 150° anniversario della sua nascita con una statua dello scienziato.All'età di 28 anni, lo scienziato emigrò negli Stati Uniti dove poté esprimere il proprio genio, realizzando una grande quantità di invenzioni, la più famosa fu il motore a corrente alternata (AC). Serbia e Croazia stanno commemorando l'anniversario di Tesla, un serbo nato in una provincia croata dell'Impero Austro-Ungarico, con una serie di iniziative.
 Nel frattempo, il presidente degli Stati Uniti Gorge W Bush ha risposto alla sua controparte croata, il messaggio di Stipe Mesic, in cui quest'ultimo lo informava dell'evento riguardante Tesla.
             Secondo le parole di Bush: "gli USA sono orgogliosi del grande inventore, la cui opera dovrebbe essere fonte d'ispirazione alla generazione presente di scienziati e ricercatori in tutto il mondo".
             "Nikola è la prova che la vera grandezza supera i confini e le differenze nazionali", ha affermato Bush. Commento di Matteo Tenan  Ci sono alcune imprecisioni. Intanto la Croazia non deve chiedere scusa in quanto dal 1936 al 1943 il governo jugoslavo ha pagato una pensione di 3.600 dollari annui a NIKOLA TESLA. In secondo luogo 
        c'è della confusione in quanto egli era emigrato nel 1884, ma non da Zagreb, bensì da Parigi invogliato a lavorare per Edison negli Stati Uniti d'America. Nel 1892, lo scienziato, che lavorava già per Westinghouse,
        ottenne di poter viaggiare in Europa per visitare la madre malata e in quell'occasione passò per Zagreb, ma non fu costretto ad emigrare dai croati, né tanto meno dagli austriaci.
        Ci sono 2 musei: uno a Smilijan, la città natale e uno a Beograd (Belgrado) dedicati al Dott. NIKOLA TESLA.Una riflessione in proposito dovrebbe essere intrapresa in Italia dove ci sono numerose fonti autorevoli che insistono nelll'attribuire il motore ad induzione a corrente alternata a Galileo Ferraris e la Radio a Guglielmo Marconi.
        Anche negli Stati Uniti sono numerosi i fans di Guglielmo Marconi. Nel prossimo futuro, come già promesso agli amici croati che vivono in Italia, il Segretario dell'U.S.A.C. Matteo Tenan pubblicherà nel presente sito le prove che attribuiscono a TESLA la paternità di queste invenzioni.
        Il Presidente Bush che chiama lo scienziato Nikola come se fosse una barista che lui conosce, non si è reso conto dell'impatto tecnologico ed economico che potranno avere in futuro le invenzioni di Tesla sull'industria petrolifera.
 2007-03-30
 Corrado Malanga rilancia l'ufologia indipendente Fonte: U.S.A.C.Sabato 30 Marzo 2007
 Il Prof. Corrado Malanga ha inviato un DVD video al Professor Sebastiano di Gennaro, in relazione al futuro incontro tra i Centri ufologici aderenti all'iniziativa UFOGATE fondata dall'amico Daniele Dellerba dell'A.N.S.U.. Il chimico toscano consulente del gruppo StarGate Toscana ha fatto un bilancio della sua esperienza nell'ufologia associativa, in altre realtà non libere, in cui l'ufoloogia è asservita al potere. Ha inoltre constatato come l'ufologia abbia ancora una scarsa presa sulla cosidetta Società e men che meno sulla classe politica. Purtroppo constata che salvo alcuni casi lodevoli, l'ufologo italiano medio non parla di UFO al di fuori della sua cerchia di colleghi anche essi ufologi Tuttavia Malanga testiomonia di essere stato contattato da un esponente del Vaticano, che gli ha rivolto numerose domande sul comportamento degli alieni malvagi, timoroso che gli potessero portare via l'anima. Dunque le autorità sono vivamente interessate al fenomeno, ma non lo ammettono pubblicamente. Quindi Malanga esorta i componenti di UFOGATE ad agire effettivamente sul puibblico con nuove iniziative e nuove strutture per incidere effettivamente sull'opinione pubblica. Matteo Tenan si è immediatamente attivato contattando Nicola Tosi Vice Presidente dell'A.N.S.U., LORENZO ZANELLA e l'Ing. Vinicio De Bortoli della Fondazione Sentinel, per sondare le disponibilità nel creare un corrdinamento nazionale fra gli ufologi indipendenti finalizzato al monitoraggio del territorio, all'intervento mirato sui mass-media, alla gestione integrata delle risorse su internet, all'effettuazione di conferenze in comune ed in località dove in precedenza non si facevano, alla creazione di gruppi di lavoro locali interdisciplinari.  Il nostro intento è quindi di creare una nuova forza in gradio di dialogare da pari a pari con le Università, le autorità politiche locali e nazionali i mass-media, le altre associazioni e la Società civile per dare all'ufologia italiana quella visibilità ed autorevolezza che la litigiosità e gli interessi egoistici di alcuni individui le hanno negato da troppi anni. 2006-06-10
 Della pioggia rossa proverebbe che gli alieni sono sbarcati Fonte: www.disinformazione.it 
 Fonte Originale:
 Amelia Gentleman and Robin McKie
 Domenica 5 Marzo 2006 - The Observer
 C’è una piccolo bottiglia contenente un fluido rosso su uno scaffale del laboratorio di microbiologia della università di Sheffield. Il liquido ha l’aspetto torbido e poco interessante. Eppure, se un gruppo di scienziati non sbaglia, l’ampolla conterrebbe la prima testimonianza di vita extraterrestre isolata dai ricercatori.All’interno della boccetta vi sono alcuni residui di uno dei più strani incidenti della recente storia meteorologica. Nel 25 luglio del 2001, una pioggia rosso-sangue cadde in un distretto dell’India occidentale, Kerala. Queste piogge continuarono per i 2 mesi successivi.
 Lungo tutta la costa piovve rosso, colorando di rosa i vestiti delle persone del luogo, bruciando le foglie sugli alberi e facendole cadere di colore scarlatto.
 Indagini suggerirono che le piogge erano rosse perché i venti avevano spazzato polvere dall’Arabia e gettatala su Kerala. Ma Godfrey Louis, un fisico della Mahatma Gandhi University di Kottayam, dopo aver raccolto campioni lasciati dalle piogge concluse che quella supposizione non aveva senso. “ Se si guardano queste particelle al microscopio, si nota che non sono polvere ma hanno un aspetto chiaramente biologico.” Louis, dichiarò invece che la pioggia fosse composta di materiale simil-batterico che era stato trasportato sulla terra da una cometa di passaggio. Detto in breve, “piovve alieni” sull’india nell’estate 2001. Non tutti sono convinti dell’idea naturalmente. Molti scienziati infatti sostengono che questa ipotesi è molto improbabile. Uno scienziato che mandò un messaggio sul sito di Godfrey Louis descrisse l’ipotesi come una “stronzata”.Ma alcuni ricercatori credono che Louis sia su qualcosa di grosso e stanno seguendo il suo lavoro.
 Milton Wainwright un microbiologo di Sheffield sta testando attualmente dei campioni della pioggia rossa di Kerala. “ E’ troppo presto per decidere cosa vi sia nella fiala,” dice. “Ma certamente non si tratta di polvere e nemmeno vi sia alcun DNA li, ma comunque non è detto che batteri extra-terrestri debbano contenere per forza DNA.”
 Critiche alla teoria di Luois riguardano la lunghezza del periodo di tempo nel quale è avvenuto il fenomeno della pioggia di Kerala.
 Egli sostiene che due mesi di piogge di polveri trasportate dal vento sono un periodo troppo lungo.Inoltre, l’analisi mostrò che le particelle erano per il 50 % di carbonio, il 45% di ossigeno con tracce di sodio e ferro: compatibile con la materia biologica.
 Louis ha anche scoperto che, ore prima che la prima pioggia cadesse vi fu un sonoro tuono che scosse le abitazioni di Kerala. Solo una meteorite può aver innescato tale esplosione, sostiene lui. Questa si è distaccata da una cometa di passaggio e dispersa per la costa, spargendo microbi durante il suo tragitto. Questi poi si sono mischiati alle nuvole e sono caduti come pioggia. Molti scienziati accettano l’ipotesi che le comete possano essere ricche di sostanze chimiche organiche e alcuni, come il defunto Fred Hoyle, il teorico britannico, sosteneva che che la vita sulla terra si è evoluta da microbi che arrivarono dallo spazio tramite comete. Ma molti ricercatori sostengono che Louis sta osando troppo nel correlare la sua pioggia con microbi provenienti da una cometa.
 Da parte sua Louis non si arrende. “se qualcuno sentisse una teoria del genere, che la provenienza è una cometa, la congederebbe come una conclusione impossibile. A meno che le nostre tesi non vengano comprese dalle persone, esse le congederanno quali cose impossibili, quali ad esempio che questa pioggia è causata da biologie extraterrestri
 2006-06-10
 Cercava gli UFO, rischia GuantanamoConcessa estradizione hacker inglese
Fonte:TGCom 27/5/06   Internet: Guai in vista per l'hacker inglese che ha violato i computer di svariati dipartimenti militari americani a caccia di prove sull'esistenza degli UFO. Dopo aver messo a segno il più grande colpo di pirateria informatica di tutti i tempi ai danni di server protetti, Gary McKinnon rischia infatti di essere estradato negli USA e di essere condannato a 70 anni di carcere.
 Il tribunale di Bow Street, a Londra, ha accolto la richiesta inoltrata dalle autorità statunitensi e l'ultima parola ora spetta al ministro degli Interni John Reid.
 I legali di McKinnon hanno già pronta una richiesta di appello, ma la decisione potrebbe essere comunque cruciale per il futuro dell'hacker britannico. "Faremo appello al segretario di stato americano e se questo ci sarà negato, faremo appello all'Alta Corte di Londra affinché Gary venga processato qui anziché negli USA", ha spiegato Karen Todner, l'avvocato difensore. McKinnon, 40 anni, era stato arrestato nel novembre del 2002 nell'appartamento che condivideva con la sua ex ragazza nel nord di Londra. Fermato dall'unità contro il crimine hi-tech della polizia britannica per essersi introdotto nel sistema informatico della NASA e del Pentagono, oltre che dell'esercito, della marina e delle forze aeree statunitensi, alla ricerca di documenti riservati, il pirata inglese potrebbe essere processato da un tribunale militare e, se condannato, spedito a Guantanamo.
 Dal suo canto, l'hacker sostiene che la motivazione delle sue azioni non era di natura politica, bensì nasceva dal desiderio di scoprire le prove dell'esistenza di forme di vita extraterrestri oltre che di cosiddette "tecnologie soppresse", ovvero tecnologie sviluppate dagli scienziati USA senza che il resto del mondo ne fosse al corrente. Diversa invece la versione americana secondo cui invece McKinnon avrebbe bloccato importanti sistemi informatici della Difesa proprio dopo l'11 settembre causando danni per oltre 700mila dollari.
 Durante un'udienza ad aprile, l'accusa presentato una nota non firmata dell'ambasciata statunitense che prometteva che McKinnon non sarebbe stato trattato come un terrorista straniero una volta estradato negli USA, ma la difesa ha messo in dubbio la validità del documento. McKinnon ha raccontato di aver iniziato ad introdursi abusivamente nei sistemi informatici nel 1985 e di essere diventato via via più bravo. "Non volevo arrivare a questo. Ma si finisce con il desiderare di violare sistemi di sicurezza sempre piu' complessi. E' come un gioco. Crea dipendenza", ha dichiarato l'hacker, che fin da ragazzino era un appassionato di fantascienza e di UFO.
 "Speravo nell'esistenza di esseri piu' avanzati di noi, che ci tengono d'occhio in maniera, speriamo, benevola. Ma tutti sembravanno piu' interessati a credere negli UFO, anziche' provarne l'esistenza", ha affermato McKinnon, spiegando cosa l'ha spinto inizialmente a introdursi nel sistema informatico della Nasa.
 Ma quali sono i file più interessanti che ha scovato negli archivi americani? "Una lista di nomi di agenti, sotto il titolo: 'Agenti non-terrestri'. Non si tratta di piccoli omini verdi, credo si tratti di operazioni non basate sulla Terra. Ho trovato una lista di 'trasferimenti flotta-flotta' ed una lista di nomi di navi. Ho cercato di scoprire di che navi si trattasse e non sono della marina. Ho iniziato a credere che gli americani avessero navi spaziali segrete", ha dichiarato l'hacker. Forse McKinnon sa troppo.
 
 
   BASI SEGRETE SULLA LUNA E MARTE Questo articolo non e' basato su prove dirette o nuove scoperte nello spazio, ma fortunatamente e' basato sul comune buon senso. Le argomentazioni che porta a conoscenza sono basate sulle menzogne dei nostri leaders.Il concetto non e' una cosa nuova per molti di voi che conoscono il governo e le sue agenzie, che hanno nascosto la verita sugli UFO. Ma non solo sugli UFO bensì su tutto quello che arriva di natura controversa....i leaders del nostro mondo nascondono la verita!!!
 Le persone, nell'era della tecnologia, del computer e dei mass media, vivono nell'oscurita. Noi non conosciamo il significato delle cose dietro una porta chiusa, le autorita' e le societa' segrete come la Massoneria, Illuminati ect. Sono dei cosi detti “maestri di marionette”.
 Usano la loro influenza sui leaders del mondo conosciuti, celebrita', l'industria cinematografica, agenzie di stampa e molto altro per un preciso e primario scopo: fare il lavaggio del cervello (BRAINWASHING ).
 Siamo controllati, manipolati. Essi non vengono a dirti che sei controllato. Ma, onestamente, lo siamo. Dove le persone prendono le loro informazioni? Attualmente ci pervengono. Infatti, siamo bombardati, come in una guerra santa, dai SANTI mass media. TV, film, riviste, internet e quotidiani ci bombardano di informazioni. Essi controllano i media e la triste realta' è che li POSSEGONO. Questa non è informazione, è MIND-CONTROL.
 Questo articolo è iniziato come un'articolo sulle “BASI SEGRETE SULLA LUNA E SU MARTE”. La ragione e': LORO ci hanno mentito su come sono andati nello spazio, sulla Luna e su Marte. E' evidente, che gli astronauti, hanno osservato curiose ed inaspettate anomalie sulla Luna. Il libro di Don Wilson “ MISTERIOSE NAVI SPAZIALI SULLA LUNA “ e l'altro libro quello di George Leonard “ QUALCUN ALTRO E' SULLA LUNA “, sono dei riferimenti eccellenti. Questo articolo, e' uno spezzato sul brainwashing. Provate ad aprire la mente a nuove possibilita'; alla possibilita' che non stai ricevendo la verita' sulla cooperazione tra governo e mass-media.
 Questa e' la domanda: “PERCHE' PUBBLICAMENTE NON SIAMO TORNATI SULLA LUNA? “. La risposta e':” NO “. Non c'e' una corsa verso lo spazio. Inoltre la risposta non e' cosi difficile. Il computer che ha mandato il satellite Apollo nello spazio, era così “infantile”, semplice, in confronto con i nosti brillanti PC presenti a milioni nelle nostre case al giorno d'oggi. Certamente LORO, grazie a questo, hanno preso un sacco di soldi per poter fare una missione di successo verso il suolo lunare.
 Ma i nostri leaders hanno molte piu' risorse e spendono una incredibile somma di denaro su vari progetti....come la guerra in medio-oriente, 87 bilioni di dollari per la ricostruzione di quello che hanno distrutto in Iraq.Certo, non sono soldi che vengono dai ricchi quelli che vengono spesi per le guerre e le ricostruzioni. Quei soldi vengono da noi; dalla classe media e povera. Noi non abbiamo la possibilita' di scegliere, dobbiamo pagare il prezzo per ogni cosa pazza dei nostri insani, pazzi leaders.
 Hanno preso la nostra tecnologia con l'idea che la massa non puo' capire il potere della fisica quantistica dell'innovazione e della conoscenza, hanno nascosto cose, che potevano dare un grande vantaggio al genere umano; potevano aiutare le masse, ma non lo hanno fatto. Non era nella loro agenda, questo non e' il loro lavoro. La regalita', le corporazioni, i governi sostengono sia per il bene della popolazione.....
 La verita e': LORO lo fanno solo per se' stessi. Le loro vere azioni sono quelle di rendere piu' ricco il gia' ricco e piu' povero il gia' povero. Sono in un business di bugie ed inganni.
 Nel film “ 2001: Odissea nello Spazio “ vi è una vacanza lunare anzi sono dei viaggi segreti sulla Luna. Quelli erano TWA, British Spaceline....erano trasporti pubblici, verso la Luna. Erano fantascienza, sono diventati realta'. La verita e' che noi non siamo cosi lontani dal realizzare le nostre idee. Come puo' la gente normale andare a colonizzare la luna, quando scopre che i propri leaders hanno mentito per decenni? Si, 2001 era un film, ma non pura fantasia. Forse nel 1968 questo film era pura fantascienza, ma come sappiamo i film sono spesso proiezioni degli eventi futuri. Abbiamo sempre sentito: “ Presto ci saranno esplorazioni umane della Luna e di Marte”. Per molti anni la NASA ci ha detto che questo grande avvenimento e' dietro l'angolo. Dimenticatevelo, non e' mai successo. La Luna e Marte sono gia' stati colonizzati. Ma non da noi!! Non dalle persone ricche. La Luna e Marte sono stati colonizzati dai SUPER-RICCHI e dai SUPER-POTENTI. Sono state lanciate segretamente nello spazio navi allo scopo di colonizzare e, credeteci o no, cari lettori: “ La gente ora sta' gia' camminando sul suolo lunare. Piu' incredibile, e' che su Marte ci sono basi segrete!! I super ricchi, possono lasciare la terra, ogni volta che lo desiderano. La Terra, la Luna e Marte, e' per loro non per noi!! Certo gli scettici richiedono delle prove. Lo scetticismo e' vergognoso come requisito, spesso funziona come modo per nascondersi, una scusa per non pensare o sognare o scoprire. No, questo articolo, non da prove. Scusate sono solo delle ipotesi. Per esempio: “Perche' le ultime 3 missioni su Marte sono fallite o non hanno funzionato? “ Se l'idea è vera, e' logico che queste missioni siano fallite o siano andate volontariamente distrutte o sabotate!! Le esplorazioni marziane avrebbero dovuto fotografare dettagliatamente la superficie del pianeta, portando a conoscenza dettagli che i potenti non conoscevano o non volevano far conoscere. Se oggetti come strade, costruzioni, oleodotti e altre costruzioni artificiali, siano state fotografate allora la grande menzogna verrebbe conosciuta da tutti. Un'altra buona domanda è: “Quando la grande menzogna sulla Luna e su Marte verra' resa pubblica?”
 Molte persone credono che il governo segreto della Terra ha lavorato mano nella mano con gli alieni di Roswell [ crash 1947 ] provenienti dal sistema stellare di Zeta Reticuli. Bob Lazar, e' venuto a conoscenza di tutto questo, quando ha lavorato all'interno dell'Area51. Nel libro di William Cooper “BEHION A PALE HORSE “ ha scritto che “parti del corpo umano” sono state trovate nella nave caduta a Roswell nel NEW MEXICO. Da allora una trattato segreto e' stato stipulato tra uomini e alieni. Il maggiore Courson, consigliere di molti presidenti americani, ha scritto un libro, nel suo letto di morte, che essenzialmente rivela: “ tecnologia della quale siamo grati oggi, ( transistor, computer.... ) e' stata originata da questi alieni”. Il mio punto di vista, è: i nostri leaders, hanno imposto il silenzio per la loro tecnologia. Hanno coperto le abduction, le evidenze aliene in cambio della loro tecnologia, percio' ora i nostri leaders, ci portano a conoscenza di queste verita' a piccole dosi. Con l'assistenza degli alieni di Zeta-Reticuli, andare sulla Luna e su Marte e' stato un gioco da ragazzi.
 L'attuale origine della parola “TRILATERALE” e': la commissione trilaterale e' l'unione tra 2 super-potenze e gli alieni; fatta 50 anni fa'. E' semplicemente un canale Luna sulla nostra televisione. Non vi sembra? Un robot vaga con una video camera sulle dune lunari una dopo l'altra. Potrebbe essere una specie di arte, scienza, qualcosa di fascinoso da vedere. Noi abbiamo creduto a tutto questo, quello che ci hanno propinato i potenti per 20 lunghi anni senza porci mai domande. La ragione e' che non abbiamo avuto la possibilita' di porre domande, perchè non abbiamo visto qualcosa che ci impressionasse veramente. Questo articolo non vuole far credere qualcosa. Il mio solo obiettivo e' di porsi la domanda: “ Perchè non siamo tornati sulla Luna? ( crediamo veramente che non ci sia stata piu' nessuna missione sulla Luna negli ultimi 30 anni? ) E: “ Perche' le sonde su Marte si sono danneggiate? “ “ C'è qualcosa di grande, la' fuori nello spazio che non vogliono farci vedere non vogliono farci conoscere? “ Comunque sia, loro usano i nostri soldi per i loro scopi. Questa e' la vera ragione perche' il deficit e' cosi profondo. Abbiamo il diritto di sapere e di conoscere la verita'. Abbiamo pagato per questo diritto. Quante persone sono morte per scoprire il grande segreto? Non e' giusto che noi non conosceremo mai la verita'. Puoi cancellare tutte le tracce non ufficiali sulla polvere lunare o annullare cosa e' stato costruito su Marte. Un giorno, la verita' verra' alla luce anche per la gente che paga. E' come con i soldi, e' come il fascismo, tutti si piegano alle regole; è come quando nessuno ha il coraggio di prendere in considerazione le potenze corrotte .....noi rimaniamo ignoranti in questi tempi di ignoranza. Traduzione dell'articolo:“Secret Bases on the Moon and Mars”
 di Doug Yurchey
 Traduzione a cura di Crestanello Tommy.
 SCOPERTO ALL'INTERNO DI UN METEORITE UN MINERALE SCONOSCIUTO Si chiama melliniite ed è un minerale di cui si 
ignorava l'esistenza.
 E' un composto di fosforo, nickel e ferro ed è 
stato trovato all'interno di un campione di NWA 1054, un meteorite 
appartenente alla famiglia delle acapulcoiti rinvenuto a Erfoud in Marocco nel 
2001.
 
 Artefice della scoperta è stato un gruppo di ricerca del Museo 
delle Scienze Planetarie di Prato di cui fanno parte Giovanni Pratesi e Vanni 
Moggi Cecchi, rispettivamente direttore e ricercatore del Museo e Luca Bindi del 
Dipartimento di Scienze della Terra dell'Università di Firenze. Il minerale, 
rinvenuto nel corso di un lavoro di classificazione delle meteoriti del Museo 
stesso, è stato dapprima analizzato presso la sede della Fondazione Prato 
Ricerche con il microscopio ottico Zeiss di proprietà della Provincia, dopodiché 
analisi più approfondite sono state condotte presso il Dipartimento di Scienze 
della Terra dell'Università di Firenze.
 
 I risultati di questi studi hanno 
consentito di stabilire che il minerale ha una composizione chimica non 
corrispondente a quella di alcun minerale conosciuto.Attraverso l'analisi di un frammento di circa 100 micrometri (milionesimi di 
metro), Luca Bindi ha inoltre analizzato la struttura cristallina, risultata 
unica nel suo genere. In essa infatti l'atomo di fosforo ha attorno a sé 12 
atomi di metallo, come non accade in nessun composto conosciuto in 
natura.
 
 La Commissione Mineralogica Internazionale ha già ratificato 
la scoperta. Il nome del minerale deriva da quello di Marcello Mellini, 
ordinario di mineralogia presso il Dipartimento di Scienze della Terra 
dell’Università di Siena e direttore della sezione di Siena del Museo Nazionale 
dell'Antartide, uno dei maggiori esperti di meteoriti antartiche presenti in 
Italia.
 
 La scoperta del minerale apre prospettive interessanti sia 
riguardo la composizione del nucleo del nostro pianeta sia in merito alla 
formazione della vita.
 
 Fonte:Le Stelle On Line, Provincia di Prato On-Line,
          www.fantascienza.com
 Gb, governo pubblica file su 
        UfoSulla rete le storie degli avvistamenti
 Il governo britannico pubblicherà su Internet file contenenti 
        testimonianze su avvistamenti di Ufo. L'ha annunciato il Ministro 
        dell'Informazione Cooper, precisando che tale decisione fa parte di 
        un'intenzione più generale di apertura al pubblico di alcuni documenti 
        finora considerati segreti di Stato. Il progetto verrà formalizzato con 
        la messa in atto delle disposizioni previste dal nuovo Atto sulla 
        libertà di informazione approvato nel 2000.
 Sarà tutto pubblico e documentato niente di meno che dal Ministero della 
        Difesa britannico. Il primo passo da compiere in tale direzione sarà 
        proprio quello di rendere disponibile su Internet il "Rendlesham File", 
        documento che racconta uno degli avvistamenti di Ufo più noti in 
        Inghilterra.
   Il Kgb ammette l'esistenzadegli extraterrestri
 
 Il cosmonauta Pavel Popovic li ha diffusi alla stampa
 Documenti dei servizi segreti sovietici (Kgb), 
        pubblicati dalla stampa, attestano ufficialmente avvistamenti di 
        astronavi aliene in Russia per la prima volta dopo la caduta dell'Urss.
 Il quotidiano 'Komsomolskaya Pravda'' ha iniziato la 
        pubblicazione dei relativi archivi del Kgb, consegnati nel 1991 al 
        cosmonauta Pavel Popovic presidente della Associazione Ufologica 
        Panrussa che da tempo li aveva richiesti, e da questi confidati al 
        giornale.
 Il Kgb spiega che hanno continuato per anni a 
        raccogliere materiale e testimonianze in merito. Secondo il primo 
        rapporto pubblicato dalla 'Komsomolskaya Pravda', nel giugno del 1989 
        tre astronavi aliene sorvolarono il poligono atomico di Kapustin Jar 
        nella regione di Astrakhan, nella Russia meridionale.
 Le astronavi, a forma di disco del diametro di 4-5 
        metri con una cupola luminosa - avvistate dai militari, tra cui 
        ufficiali e sottufficiali che riferirono ad un agente del Kgb sul posto 
        - si avvicinavano e allontanavano e nel momento in cui erano piu' vicine 
        si trovarono ad un'altezza da terra tra 20 e 60 metri.
 A un certo punto, secondo le testimonianze dei 
        militari che erano ad una distanza di circa 300 metri dagli UFO, questi 
        scattarono apparentemente delle 'foto' del poligono emettendo un forte 
        raggio di luce. Il comando del poligono fece decollare un caccia per 
        intercettare gli UFO, ma senza però riuscirci in quanto le astronavi si 
        allontanavano rapidamente ad ogni tentativo di contatto.
 
 
        
        UFO: GLI ALIENI ESISTONO, PUBBLICATI DOCUMENTI 
        SEGRETI KGB 
        
        MOSCA - Documenti dei servizi segreti sovietici (Kgb) attestano 
        ufficialmente avvistamenti di astronavi aliene in Russia per la prima 
        volta dopo la caduta dell'Urss. Il quotidiano 'Komsomolskaya Pravda'' ha 
        iniziato la pubblicazione dei relativi archivi del Kgb, consegnati nel 
        1991 al cosmonauta Pavel Popovic presidente della Associazione Ufologica 
        Panrussa che da tempo li aveva richiesti, e da questi confidati al 
        giornale. In una lettera al cosmonauta, un generale pluridecorato, il 
        Kgb spiega che ben che i servizi segreti non fossero preposti 
        direttamente Santiago del Cile, 7 
        feb. (Adnkronos) - Immagini di presunti ufo captate dai militari cileni. 
        E' il contenuto di una serie di interventi che stanno attirando migliaia 
        di persone a Vina del Mar, per partecipare alla Giornata internazionale 
        di ufologia. La particolarita' di questo evento e' che gli organizzatori 
        mostrano immagini di misteriosi oggetti volanti intercettate 
        dall'esercito cileno e la cui presenza nel cielo, in alcuni casi, e' 
        stata confermata dai dispositivi radar in dotazione dei militari. 
        (news  del  06.02.2007 fonte Adnkronos) 
        Su Newton una ricerca sui cambiamenti degli altri 
        pianeti 
 Temperature in crescita anche su Giove e Saturno, uragani e 
        sconvolgimenti climatici: tutta colpa del Sole
 
 Su Marte non si trovano certo grandi metropoli 
        asfissiate dallo smog e brulicanti di gente. E difficilmente 
        individueremo raffinerie di petrolio quando ci spingeremo a esplorare i 
        gelidi Plutone e Tritone, luna ghiacciata di Nettuno. Neanche è 
        immaginabile aspettarsi su Giove autostrade affollate di vetture avvolte 
        nei fumi dei tubi di scappamento. Eppure questi pianeti, come la Terra, 
        si stanno surriscaldando! Le ultime immagini di Giove scattate dal 
        telescopio Hubble nel maggio 2006 hanno difatti testimoniato la crescita 
        sulla superficie del gigante gassoso di una nuova macchia rossa, simile 
        alla tanto celebre Grande Macchia Rossa, e ribattezzata perciò Giovane 
        Macchia Rossa (Red Spot Jr.). Fu osservata per
 la prima volta nel 2000, ma negli ultimi 6 anni le sue dimensioni sono 
        notevolmente aumentate.
 
        Le evidenti anomalie cromatiche visibili su Giove 
        sono in realtà dei giganteschi vortici atmosferici che si spingono fin 
        oltre la copertura nuvolosa che avvolge il pianeta. Secondo ricercatori 
        dell'Università della California il veloce e abnorme sviluppo della 
        Giovane Macchia Rossa è indizio di grandi sconvolgimenti climatici in 
        atto su Giove, associati negli ultimi anni a un rapido e intenso 
        riscaldamento, anche di 5 °C, di alcune regioni del pianeta. Ma c'è anche un altro spettacolare vortice che di recente ha attirato 
        l'attenzione degli astronomi. Su Saturno la sonda Cassini ha fotografato 
        in prossimità del Polo Sud un enorme e insolito uragano, con venti a 
        oltre 550 chilometri orari e un diametro di circa 8000 chilometri, cioè 
        più della distanza che separa Roma e Pechino, mentre il muro di nubi che 
        ruota attorno all'occhio del ciclone si innalza all'interno 
        dell'atmosfera fino a oltre 70 chilometri di quota.
 
 COME DA NOI: PIU' CALDO, URAGANI PIU' VIOLENTI Le caratteristiche di 
        questa tempesta, secondo studiosi del California Institute of Technology 
        di Pasadena, potrebbero indicare uno sviluppo simile a quello dei 
        cicloni tropicali sulla Terra: sarebbe cioè la grande disponibilità di 
        calore (nel caso del gelido Saturno, temperature sensibilmente meno 
        fredde rispetto al normale) ad alimentare l'uragano. Del resto sia il 
        telescopio Keck di Mauna Kea sia la sonda Cassini avevano recentemente 
        registrato un riscaldamento di circa 2 °C proprio nella regione del Polo 
        Sud di Saturno.
 Il surriscaldamento planetario però non si è fermato ai corpi celesti 
        relativamente più vicini a noi, ma sembra aver raggiunto anche quelli 
        più lontani, perennemente avvolti nel gelo siderale. Come testimoniato 
        da ricerche del Massachusetts Institute of Technology, su Plutone dalla 
        fine degli anni '80 a oggi la pressione atmosferica è più che 
        triplicata, a causa del graduale innalzamento delle temperature (circa 2 
        °C) che ha spinto parte dell'azoto surgelato in superficie a evaporare e 
        passare in atmosfera. Su Tritone, invece, il fenomeno è stato ancora più 
        marcato: dal 1989, anno del passaggio della sonda Voyager, la 
        temperatura è passata da circa 200 a 193 gradi sotto zero, tanto che 
        anche la sua atmosfera sta diventando di anno in anno sempre più densa. 
        Se nel caso di Plutone l'aumento delle temperature si può in parte 
        spiegare con la sua lunga orbita di rivoluzione, che lo porta a fare un 
        giro intero attorno al Sole nel corso di 248 anni terrestri e che 
        proprio nell'ultimo decennio lo ha spinto nel punto più vicino alla 
        nostra stella, più difficile è invece trovare una spiegazione al 
        surriscaldamento della luna di Nettuno.
 E come se non bastasse, ora è giunta notizia che su Marte, dopo le 
        voragini osservate nelle calotte polari, indizio di un recente 
        scioglimento, la sonda Mars Global Surveyor ha fotografato tracce di 
        erosione del suolo che potrebbero essere prova dell'occasionale 
        scorrimento di acqua. Insomma stiamo assistendo a un riscaldamento che 
        sembra interessare tutto il Sistema Solare.
 
 IL RESPONSABILE? IL SOLE, MA IN MODO INSOLITO
 Ma se l'uomo, almeno in questo caso, non ha colpe, chi è il responsabile 
        del riscaldamento interplanetario?
 
 Il maggior indiziato sembra essere il Sole. In effetti siamo spesso 
        erroneamente portati a credere che l'attività della nostra stella sia 
        costante nel tempo, o almeno che subisca variazioni solo su tempi assai 
        lunghi, mentre in realtà l'energia che essa emette verso lo spazio in 
        tutte le direzioni subisce nell'arco di anni e decenni variazioni 
        periodiche percentualmente assai piccole ma comunque in grado di 
        influenzare il clima della Terra. I venti e tutti i principali fenomeni 
        atmosferici si alimentano attraverso il calore che, sotto forma di 
        radiazione elettromagnetica, arriva dal Sole: una quantità di energia 
        che, nel punto in cui raggiunge la nostra atmosfera, è mediamente 
        quantificabile in circa 1367 Watt per metro quadro.
 E sono proprio le cicliche variazioni dell'energia emessa dal Sole che, 
        tra il quattordicesimo e il quindicesimo secolo, hanno spinto l'Europa e 
        il Nord America verso un periodo estremamente freddo, noto come Piccola 
        Era Glaciale e culminato tra il 1645 e il 1710 in una fase 
        caratterizzata dall'assenza di macchie solari (nota come Minimo di 
        Maunder) durante la quale il calore che giungeva sulla superficie 
        terrestre era inferiore rispetto a oggi di una quantità tra lo 0,2 e lo 
        0,7 per cento. Nel corso dell'ultimo secolo invece l'attività del Sole è 
        andata progressivamente crescendo e ha così contribuito all'aumento 
        delle temperature sulla Terra. E mai negli ultimi 1150 anni il Sole ha 
        emesso tanta energia come ai giorni nostri. In particolare ricercatori 
        dell'Earth Institute della Columbia University americana, analizzando i 
        dati raccolti da 6 diversi esperimenti con satelliti di NASA, NOAA ed 
        ESA, hanno recentemente evidenziato un aumento dell'ordine di circa 0,05 
        per cento per decennio, a partire dal 1978, della TSI, sigla che 
        corrisponde alla Total Solar Irradiance, ovvero l'energia 
        elettromagnetica che la Terra riceve dal Sole su tutte le lunghezze 
        d'onda.
 Ma può bastare il Sole per spiegare un così evidente aumento di 
        temperatura anche nei pianeti ai confini del Sistema Solare? Forse sì, 
        soprattutto alla luce di una recente ricerca di Adriano Mazzarella, 
        responsabile dell'Osservatorio Meteorologico dell'Università di Napoli 
        Federico II. Secondo questa ricerca, oltre alla radiazione 
        elettromagnetica, cioè luce e calore, anche le particelle cariche emesse 
        dal Sole assumono un ruolo importante nell'influenzare il clima 
        terrestre. I gas a temperature altissime della parte più esterna 
        dell'atmosfera solare, la corona, fuggono in parte verso lo spazio, 
        dando origine al vento solare: getti turbolenti di particelle cariche, 
        per lo più protoni, elettroni e nuclei di elio che si propagano a gran 
        velocità in tutte le direzioni. Questo flusso, interagendo con il campo 
        magnetico terrestre, dà origine non solo a fenomeni spettacolari quali 
        le aurore polari, ma è anche causa di serie difficoltà nelle 
        comunicazioni: il 29 ottobre 2003, per esempio, il Sole sparò miliardi 
        di tonnellate di particelle elettricamente cariche verso la Terra a una 
        velocità di oltre sei milioni di chilometri l'ora. L'impatto di questa 
        grandinata di particelle sul campo magnetico terrestre diede origine 
        alla più grande tempesta geomagnetica mai misurata sulla Terra, 
        responsabile tra l'altro di un black out della rete Gps che durò diverse 
        ore.
 
 TRE FENOMENI PER L'EFFETTO SERRA TERRESTRE
 La ricerca di Adriano Mazzarella ha ora evidenziato una serie di cicli 
        ricorrenti, lunghi 60 anni, in una serie di parametri atmosferici e 
        geofisici, utilizzando i dati dal 1868 a oggi: la turbolenza del vento 
        solare, la durata del giorno misurata tramite la differenza tra la 
        durata teorica del giorno, 86.400 secondi, e quella calcolata 
        astronomicamente, la temperatura dell'aria dell'emisfero settentrionale 
        e l'intensità delle correnti occidentali, misurata tramite il dislivello 
        di pressione atmosferica tra le latitudini di 35° Nord e 55° Nord.
 Ma come si legano fra loro questi parametri? L'analisi del ricercatore 
        ha prodotto una spiegazione basata su fenomeni a cascata. Un graduale 
        aumento della turbolenza del vento solare, attraverso perturbazioni del 
        campo geomagnetico, potrebbe influenzare i movimenti all'interno del 
        nucleo terrestre, dove si originano le linee di flusso del campo 
        magnetico. A causa delle interazioni tra nucleo esterno, che è fluido, e 
        mantello terrestre, che circonda il nucleo esterno ed è solido, ciò 
        potrebbe riflettersi in una diminuzione della velocità di rotazione 
        della Terra. Se la Terra ruota più lentamente aumenta però la durata del 
        giorno, sia pure di decimi di millisecondo, e questo processo è a sua 
        volta in grado di causare un'accelerazione delle correnti atmosferiche 
        che fluiscono prevalentemente lungo i paralleli, dette correnti zonali.
 Poiché l'energia cinetica del sistema Terra-atmosfera nel suo complesso 
        deve rimanere costante, se il Pianeta rallenta il suo moto di rotazione 
        le masse d'aria devono quindi muoversi più velocemente. Correnti zonali 
        più intense rendono però più difficili gli scambi di masse d'aria dalle 
        basse verso le alte latitudini e viceversa, e quindi viene rallentata 
        anche la propagazione del calore accumulato nella fascia tropicale verso 
        i poli: il risultato è una diminuzione della temperatura media del 
        Pianeta. Viceversa, nei periodi in cui la turbolenza solare tende a 
        diminuire, la velocità di rotazione aumenta, la durata del giorno 
        diminuisce, le correnti zonali si fanno più deboli e, grazie a una più 
        efficace distribuzione del calore, le temperature medie del Pianeta 
        crescono.
 Ma allora, se negli ultimi anni la turbolenza solare è aumentata, perché 
        la Terra non si raffredda? In realtà tra aumento o diminuzione della 
        turbolenza solare e conseguenti variazioni della durata del giorno c'è 
        uno sfasamento di qualche anno e lo stesso avviene nel passaggio che 
        porta all'aumento o diminuzione delle temperature. Considerando tali 
        ritardi, un graduale aumento della turbolenza del vento solare diviene 
        responsabile di una diminuzione della temperatura dell'aria a livello 
        planetario dell'ordine di circa 0,2 °C ma con un ritardo di 25-30 anni, 
        seguita poi nei 25-30 successivi da una diminuzione delle temperature 
        pressoché eguale.
 Queste variazioni però si sommano al costante riscaldamento del nostro 
        Pianeta imposto sia dall'effetto serra di origine umana, sia 
        dall'aumento di calore emesso dal Sole: ci sono quindi periodi in cui la 
        turbolenza del vento solare contribuisce ad accelerare il riscaldamento 
        del Pianeta, e altri in cui invece tende a frenarlo. In particolare, 
        poiché la diminuzione della turbolenza solare dei decenni passati ha 
        fatto sì che negli ultimi anni la durata del giorno sia andata 
        diminuendo, con un conseguente indebolimento dell'intensità media delle 
        correnti zonali, nel prossimo futuro ci attendono probabilmente altre 
        annate di caldo record.
 
 UN 2007 ROVENTE ANCHE IN ITALIA
 Agli inizi di gennaio l'ufficio meteorologico inglese ha lanciato 
        l'allarme: il 2007 sarà l'anno più caldo di sempre! Secondo i 
        ricercatori inglesi c'è il 60 per cento di probabilità che le 
        temperature medie del nostro Pianeta quest'anno risultino eguali o 
        superiori a quelle delle annate record del 2005 e 1998. In effetti due 
        fenomeni, su tutti, potrebbero spingere il 2007 verso picchi di caldo 
        mai toccati prima: il riscaldamento globale ed El Niño. Il primo 
        fenomeno, causato sia dalla maggior attività del Sole (negli ultimi 1000 
        anni mai così «caldo» come ai giorni nostri) sia dalle emissioni di CO2, 
        ha subito un'accelerazione proprio nell'ultimo trentennio: il ritmo di 
        riscaldamento della Terra durante il XX secolo è stato di circa 0,06 °C 
        per decade ma negli ultimi 25-30 anni è bruscamente balzato a circa 0,18 
        °C per decade. Una tendenza testimoniata dal fatto che dal 1880 a oggi 
        le cinque annate più calde di sempre sono tutte concentrate nell'ultimo 
        decennio.
 Il surriscaldamento si è fatto sentire soprattutto alle medio-alte 
        latitudini, Italia compresa: dall'analisi del Centro Epson Meteo in base 
        ai dati registrati in 62 località italiane risulta difatti che le 
        temperature medie di questi primi anni del nuovo millennio sono più di 
        un grado superiori a quelle tipiche della prima metà degli anni '80. 
        Insomma, la tendenza al forte surriscaldamento dell'ultimo decennio 
        lascia pensare che il 2007 sarà comunque un anno molto caldo, mentre la 
        spinta necessaria a battere il record potrebbe arrivare dal Niño, ovvero 
        dall'anomalo riscaldamento di gran parte dell'Oceano Pacifico Tropicale. 
        Già da qualche mese è in atto un moderato episodio di Niño che, secondo 
        il centro di previsioni climatiche dell'ente americano per l'atmosfera e 
        oceani (NOAA), dovrebbe raggiungere l'apice proprio in questo febbraio, 
        per poi cominciare lentamente a indebolirsi.
 Tuttavia, tutti i maggiori centri di ricerca americani ed europei 
        concordano nel prevedere che almeno fino a maggio le temperature 
        superficiali del maggiore dei nostri oceani rimarranno più calde del 
        normale: in tal modo però trasmetteranno calore anche agli strati 
        atmosferici di una regione molto vasta che, dalla Nuova Guinea alle 
        coste dell'Ecuador, si estende per più di 10.000 chilometri!
 In Italia invece El Niño farà sentire i suoi effetti soprattutto durante 
        la prossima estate: i profondi sconvolgimenti della circolazione 
        generale dell'atmosfera che lo accompagnano difatti durante la stagione 
        estiva solitamente spingono con maggior frequenza e insistenza (come già 
        accaduto nelle estati caldissime del 1994, 1998 e, soprattutto, 2003) 
        sulla nostra Penisola il rovente anticiclone africano che, oltre alla 
        calura, porta anche forte siccità. Inoltre quest'anno ad aiutare 
        l'avanzata dell'alta pressione africana contribuirà anche la periodica 
        inversione della direzione dei venti stratosferici tropicali: i venti 
        quest'estate soffieranno difatti da Est verso Ovest, indebolendo le 
        correnti occidentali che, negli strati più bassi dell'atmosfera, 
        spingono le perturbazioni atlantiche verso l'Europa e contrastano la 
        risalita dell'anticiclone africano verso l'Europa.
 
 Andrea e Mario Giuliacci
 
 
        03 febbraio 2007 
        
        
        
        http://www.corriere.it/Primo_Piano/Scienze_e_Tecnologie/2007/02_Febbraio/02/newton.shtml   
          
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                      Il 
                      raggio che fa vomitare
                      
                     
                      Tra le armi non 
                      letali allo studio della marina Usa, un phaser a onde radio che fa perdere l'equilibrio, l'udito e 
                      procura vomito
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                    TEXAS (Stati Uniti) – Un'arma non letale 
                    che stordisce e dà le vertigini. Parliamo di una delle 
                    novità ospitate al
                    Navy's Opportunity Forum 2007  – l'appuntamento con le 
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                    militare american a – a Crystal City.
                   
                    PHASER – Messo a punto dalla società texana 
                    Invocon, il nuovo phaser è in sostanza un raggio di 
                    radiofrequenze in grado di interferire con l'udito e con 
                    l'equilibrio umano, procurando un effetto talmente 
                    disorientante e fastidioso da causare anche il vomito in chi 
                    viene colpito. Non ultimo, riesce a raggiungere l'obiettivo 
                    anche se si trova al di là di un muro o di altre strutture 
                    non metalliche Come leggiamo su
                    Wired  , l'arma di Invocon è destinata ai militari e ai 
                    tutori dell'ordine, e pare sia stata proprio la Marina ad 
                    averne commissionato la creazione.
                   
                    I PRECEDENTI - Le pistole «a raggi» sono da 
                    tempo allo studio dei laboratori del governo americano, che 
                    infine sono riusciti nella messa a punto della cosiddetta 
                    Active Denial Technology (Adt): alla fine dello scorso anno 
                    la tecnologia in questione è stata utilizzata per lo 
                    sviluppo di un sistema detto Ads – anche in questo caso 
                    un'arma non letale – che in pratica si serve di proiettori 
                    di fasci elettromagnetici da 95 gigahertz che vengono 
                    assorbiti dall'epidermide, provocando un fastidiosissimo 
                    surriscaldamento in corrispondenza della zona colpita, senza 
                    però lasciare danni permanenti.
  
                      07 marzo 2007  http://www.corriere.it/Primo_Piano/Scienze_e_Tecnologie/2007/03_Marzo/07/raggio_vomito.shtml Niburu (articoli storici) 4
 
 Redazione ECplanet
 
 Da un articolo di SCIENCE NEWS - 7 APRILE 2001
 
 Un articolo della rivista Science News datato 7 aprile 2001,
 intitolato “A Comet's Odd Orbit Hints at Hidden Planet” (La 
                    strana
 orbita di una cometa suggerisce la presenza di un Pianeta 
                    Nascosto n.d.
 r.), riporta la conclusione di una ricerca scientifica 
                    svolta da un
 team internazionale di astronomi che hanno studiato l'orbita 
                    di una
 cometa scoperta lo scorso anno, denominata 2000CR/105.Un 
                    corpo delle
 dimensioni almeno pari a quelle di Marte - recita l'articolo 
                    - molto
 oltre gli altri 9 pianeti conosciuti del Sistema Solare, 
                    potrebbe
 essere stato un tempo parte del nostro sistema, e potrebbe 
                    ancora
 essere lì. Questo corpo segue un'orbita attorno alla nostra 
                    stella
 molto ellittica che lo porta a trovarsi alla distanza di 
                    circa 4.5
 miliardi di chilometri dal Sole per poi riavvicinarsi fino a 
                    trovarsi
 nei pressi di Nettuno. Il periodo di rivoluzione di questo 
                    corpo ‘ di
 circa 3.300 anni terrestri. Un'orbita così ellittica è 
                    spesso segnale
 dell’influenza gravitazionale di un corpo molto massivo. Che 
                    possa
 essere la spinta gravitazionale di Nettuno ? In uno studio 
                    nella
 rivista scientifica Icarus, il tema di astronomi, con a capo 
                    Brett
 Gladman dell'Osservatorio de la d'Azur a Nizza, Francia, non 
                    la pensa
 così. La risposta potrebbe essere la presenza di un pianeta 
                    non ancora
 scoperto, delle dimensioni almeno pari a quelle di Marte, 
                    alla distanza
 di circa 200 Unità Astronomiche dal Sole, nella cosiddetta 
                    Fascia di
 Kuiper.
 Questo potrebbe anche spiegare perché molti corpi celesti in 
                    questa
 zona hanno un angolo orbitale che si discosta così tanto dal 
                    piano
 dell'orbita degli altri pianeti che ruotano attorno al Sole. 
                    L'articolo
 è stato scritto dall'astronomo olandese Govert Schilling che 
                    riassume
 le scoperte così: “Una supercometa che segue una strana 
                    orbita attorno
 al Sole suggerisce la presenza di un pianeta non 
                    identificato che un
 tempo si trovava agli estremi confini del nostro Sistema. 
                    Cosa ancora
 più sorprendente, l'oggetto misterioso potrebbe ancora 
                    essere lì.”
 
 Data articolo: giugno 2007
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 Niburu (articoli storici) 3
 
 Redazione ECplanet
 
 Da un articolo di ALAN ALFORD - 2000
 
 Nel 1978 la teoria di un Decimo Pianeta fece un balzo in 
                    avanti quando
 due astronomi dell'osservatorio navale statunitense di 
                    Washington DC,
 Robert Harrington e Tom Van Flandern cominciarono le 
                    ricerche su nuovi
 dati scientifici sulla massa di Plutone e del suo satellite 
                    Caronte.
 Gli scienziati alla fine delle loro ricerche stabilirono che 
                    le orbite
 di Urano e Nettuno venivano disturbate dalla forza di 
                    gravità di un
 corpo celeste ancora non identificato.
 Gli anni seguenti i due ricercatori proposero un modello 
                    generato al
 computer del pianeta che venne denominato Planet X. La 
                    teoria
 consisteva nel considerare il Planet X un pianeta catturato 
                    dal Sole,
 con un orbita molto eccentrica, molto inclinata e molto 
                    lunga intorno
 al Sole. Secondo i calcoli dei due ricercatori il Planet X 
                    doveva avere
 una dimensione di 3 o 4 volte maggiore rispetto a quella 
                    della Terra.
 Nel 1982 la NASA confermò ufficialmente la possibilità di un 
                    Planet X,
 affermando che “un qualche oggetto misterioso è nello 
                    spazio, molto
 lontano i pianeti più esterni” del Sistema Solare.
 L'anno successivo il satellite astronomico a infrarossi (IRAS) 
                    scovò
 un enorme oggetto nelle profondità dello spazio. Il 
                    Washington Post
 riassunse un’intervista con il direttore del progetto IRAS 
                    come segue:
 “Un corpo stellare grande almeno quanto Giove e 
                    sufficientemente vicino
 alla Terra da poter essere considerato appartenente al 
                    nostro Sistema
 Solare è stato individuato in direzione della costellazione 
                    di Orione
 dal nostro satellite in orbita. Posso solo affermare che non 
                    siamo in
 grado di stabilire cosa sia”. Esperimenti scientifici degli 
                    anni
 successivi portarono a stabilire, secondo calcoli 
                    matematici, che il
 Planet X era 4 volte più grande della Terra e aveva un 
                    orbita ellittica
 inclinata di 30 gradi e che la sua distanza dal Sole era 3 
                    volte
 maggiore di quella di Plutone. Nel 1987 la NASA annunciò 
                    ufficialmente
 la possibile esistenza del Planet X, la rivista americana 
                    Newsweek
 riportò scritto che “la Nasa ha tenuto una conferenza al suo 
                    Centro di
 Ricerca di Ames in California la scorsa settimana e ha fatto 
                    uno strano
 annuncio: un decimo pianeta eccentrico potrebbe - o forse no 
                    - orbitare
 attorno al sole; il ricercatore che ha annunciato questa 
                    notizia, John
 Anderson, afferma che davvero il Planet X potrebbe essere lì 
                    da qualche
 parte, tuttavia non vicino agli altri nove pianeti; questo 
                    potrebbe
 spiegare le irregolarità delle orbite di Urano e Nettuno”. 
                    Nel suo
 libro “Materia oscura, pianeti scomparsi e nuove comete” (orig. 
                    Dark
 matter, missing planets and new comets), Van Flandern 
                    afferma quanto
 segue: “Statisticamente, alcune stelle avrebbero potuto 
                    avvicinarsi al
 nostro Sole di circa 40 volte la distanza di Plutone nel 
                    corso
 dell'esistenza del nostro Sistema Solare, e avrebbero potuto 
                    spingere i
 pianeti più esterni a compiere orbite fortemente ellittiche.
 Queste orbite potrebbero portare a incontri ravvicinati del 
                    pianeta
 con gli altri nove”. Flandern aggiunse che tale orbita è 
                    molto
 instabile e non potrebbe durare per più di 100.000 anni, a 
                    causa delle
 forte gravità di Giove, che in un incontro ravvicinato con 
                    il pianete
 sarebbe in grado di scaraventarlo al di fuori del nostro 
                    Sistema
 Solare. Nel 1995, dopo la scoperta di una nuova cintura di 
                    asteroidi
 oltre Nettuno, Van Flandern suggerì l'ipotesi che il Planet 
                    X potesse
 essere esploso, e gli asteroidi fossero i frammenti di tale 
                    esplosione.
 Quattro anni più tardi, nell'edizione del Settembre 1999 del 
                    Meta
 Research Bulletin rispose alla scoperto di tre asteroidi 
                    oltre Nettuno:
 “La scoperta di ulteriori asteroidi al di là di Nettuno 
                    conferma la
 presenza di una cintura di asteroidi, pertanto il Planet X 
                    potrebbe
 essere una cintura di asteroidi piuttosto che un pianeta 
                    intatto”.
 
 Data articolo: giugno 2007
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 Niburu (articoli storici) 2
 
 Redazione ECplanet
 
 Due gruppi di ricercatori hanno ipotizzato l'esistenza di un 
                    pianeta o
 stella abortita, sfuggito all'attenzione degli astronomi, 
                    orbitante
 attorno al sole alla distanza di oltre 4 mila miliardi di 
                    chilometri,
 molto lontana dalla orbita dei 9 pianeti conosciuti. La 
                    teoria, che
 potrebbe spiegare la traiettoria di alcune comete, verrà 
                    pubblicata in
 due differenti riviste scientifiche. Finora nessun 
                    telescopio ha
 individuato quest'oggetto ma, sulle basi delle sue influenze
 gravitazionali, J. Murray ipotizza che il pianeta potrebbe 
                    essere più
 grande di Giove ed orbitare circa 32.000 Unità Astronomiche 
                    dal Sole.
 Nel frattempo un gruppo di ricercatori dell'Università della 
                    Louisiana
 con a capo il fisico John Maltese ipotizzano che l'oggetto 
                    potrebbe
 essere un pianeta od una Nana Bruna, circa tre volte più 
                    grande di
 Giove, ed orbitare a circa 25.000 Unità Astronomiche dal 
                    Sole.La loro
 teoria verrà pubblicata sulla rivista Icarus. I ricercatori 
                    della
 Louisiana affermano che la presenza di questo pianeta 
                    potrebbe spiegare
 la configurazioni delle comete. Affermano inoltre che il 
                    periodo di
 rivoluzione dell'oggetto intorno al Sole dovrebbe essere di 
                    circa 4 o 5
 milioni di anni. La teoria di Murray ipotizza un periodo di 
                    rivoluzione
 di almeno 6 milioni di anni e che il pianeta ruota intorno 
                    al Sole nel
 verso opposto a quello seguito dai 9 pianeti conosciuti. 
                    Come mai un
 pianeta di tali dimensioni ruota così lontano dal Sole? I 
                    ricercatori
 affermano che probabilmente potrebbe essere un corpo celeste 
                    “libero”
 catturato dalla forza di gravità del Sole.
 E come non è stato individuato prima ? Murray risponde che 
                    perfino un
 pianeta come Giove sarebbe difficilmente osservabile a tali 
                    distanze.
 Matese aggiunge che sarebbe stato impossibile individuare 
                    questa Nana
 Bruna perfino per il satellite astronomico a infrarossi 
                    lanciato nel
 1983, ma potrebbe essere individuato dal nuovo satellite a 
                    infrarossi
 che sta per essere lanciato. I due gruppi di ricercatori 
                    hanno
 dichiarato di non essere in grado di stabilire se si 
                    riferiscono allo
 stesso oggetto ma ammettono che le ipotesi sull'orbita e la 
                    massa di
 quest'ipotetico pianeta sono molto simili. Tutto questo 
                    potrebbe
 sembrare fantascienza ma un esperto del campo, Brian Mardsen, 
                    che è a
 capo del “International Astronomical Union’s Central Bureau 
                    for
 Astronomical Telegrams” e del Reparto Pianeti Minori dello 
                    Smithsonian
 Astrophysical Observatory, conferma che questa ipotesi è 
                    stata oggetto
 di discussioni per anni.
 Tuttavia Mardsen aggiunge che non è convinto della 
                    fondatezza di
 queste ultime ricerche. Se le teorie di queste ultime 
                    ricerche
 dovessero essere confermate, aprirebbero la strada a nuovi 
                    scenari.
 Qualcuno ha proposto che l'effetto della gravità di questo 
                    oggetto si
 avvertirebbe sulla Terra sottoforma di tempeste periodiche 
                    di comete,
 aumentando enormemente la possibilità che una di esse entri 
                    in
 collisione con il nostro pianeta. Daniel Whitmire, collega 
                    di Matese in
 questa ricerca, già nel 1985 spiegava con l'impatto di 
                    comete le
 estinzioni di massa sulla Terra. Tuttavia Matese afferma che
 quest'oggetto “non è in grado di creare tempeste di comete 
                    ed influenza
 solo il 25% delle comete proveniente dalla Nube di Oort. 
                    Tuttavia
 ipotizza che potrebbero esserci delle correlazioni tra gli 
                    effetti
 della gravità di questo pianeta con il moto oscillatorio del 
                    Sistema
 Solare nella galassia.
 
 Data articolo: giugno 2007
 Fonte: MSNBC - 7 OTTOBRE '99
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 Niburu (articoli storici) 1
 
 Redazione ECplanet
 
 Dopo la scoperta di Plutone del 1930, gli astronomi notarono 
                    ben
 presto che la presenza di quest'unico pianeta non era 
                    sufficiente a
 spiegare le interferenze sulle orbite d’Urano e Nettuno. 
                    Così nel 1970
 venne generato al computer il primo modello di un ipotetico 
                    Decimo
 Pianeta (Planet X). Si calcolò che il Planet X dovesse 
                    essere almeno 5
 volte più grande della terra.
 Venne calcolata inoltre la lunghezza e la forma della sua 
                    orbita
 attorno al sole e il numero d'anni per completarla. Nel 1983 
                    un gruppo
 d'astronomi supportati dalla NASA compirono degli studi con 
                    il
 satellite astronomico ad infrarossi (IRAS) e scoprirono la 
                    presenza di
 un oggetto di dimensioni pari almeno a quelle di Giove ai 
                    margini del
 Sistema Solare. Gli scienziati non seppero classificare 
                    quest'oggetto.
 Roberto Solarion - 1997
 L'opinione di John Murray - 7 ottobre 1999
 Incuriosito dal fatto che le orbite delle comete a lungo 
                    periodo
 osservate da terra non erano orientate esattamente nello 
                    spazio, uno
 scienziato della “Open University in UK” ha capito che 
                    potrebbero
 essere influenzate dalla gravità di un grande e misterioso 
                    oggetto
 sconosciuto, in orbita attorno al sole. Il prossimo 11 
                    ottobre 1999 su
 “Monthly Notices” della Royal Astronomical Society, il dott. 
                    John
 Murray parlerà di un oggetto orbitante attorno al Sole 
                    lontano 32 volte
 la distanza che separa la Terra dal Sole. Potrebbe essere 
                    poco
 percepibile a causa del suo lento movimento, e potrebbe 
                    essere sfuggito
 nelle attuali e nelle precedenti ricerche sui pianeti 
                    distanti... Si
 crede che le comete a lungo periodo siano originate in un 
                    vasto “bacino
 di riserva” di comete potenziali, conosciute come la fascia 
                    (=nube) di
 Oort, che avvolge il Sistema Solare ad una distanza che 
                    varia dalle
 10.000 alle 50.000 unità astronomiche (UA).
 Gli astronomi hanno capito che la vicinanza di una terra 
                    all'interno
 del Sistema Solare, abitualmente, genera perturbazione nelle 
                    loro
 orbite. Solo quando vicine al sole gli oggetti cominciano a 
                    fare “le
 comete”, con la loro classica coda. Il Dott. Murray ha 
                    notato che fra
 le comete che raggiungono l'interno del Sistema Solare, un 
                    gruppo
 proviene da luoghi dello spazio che sono disposti in fila 
                    lungo un arco
 intorno al cielo. Egli ha intuito che questo potrebbe 
                    contrassegnare
 l'esistenza di un esteso movimento intorno allo spazio in 
                    un’altra zona
 della fascia di Oort, creata da perturbazioni gravitazionali 
                    sulle
 comete che viaggiano. L'oggetto potrebbe essere grande 
                    quanto Giove per
 creare delle perturbazioni gravitazionali così estese da 
                    rilevarne gli
 effetti, ma attualmente, le teorie accreditate non spiegano 
                    le
 perturbazioni con l'esistenza di un pianeta così distante 
                    dal sole.
 Se fosse così massivo (come ritiene Murray) potrebbe essere 
                    una nana
 bruna (il più caldo fra gli oggetti stellari) e non un 
                    pianeta, e
 verosimilmente potrebbe essere determinato molto facilmente. 
                    Nonostante
 ciò il dott. Murray specula sull'esistenza di questo 
                    oggetto, se
 esiste, è sicuramente di natura terrestre, e non stellare,
 probabilmente è stato catturato dalla formazione del Sistema 
                    Solare,
 con un evento che sembra avere alle basi le correnti leggi 
                    conosciute.
 Sebbene un grande, e distante pianeta abbia un fascino 
                    indescrivibile e
 l'ipotesi sia suggestiva, il Dott. Murray tuttavia dà 
                    rilievo al fatto
 che questa potrebbe essere l'unica spiegazione per motivare 
                    le
 perturbazioni orbitali delle comete a lungo periodo.
 
 Data articolo: maggio 2007
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 http://www.giornaletecnologico.it/
 
 L’elettricità diventa WiTricità
 Come i dati viaggerà nell’etere
 
 In un futuro non troppo lontano l’elettricità giungerà nelle
 abitazioni tramite etere. Niente più fili dunque, il futuro 
                    dell’
 alimentazione di cellulari e laptop sarà wireless. Un gruppo 
                    di
 ricercatori del MIT, l’ateneo di Cambridge (Massachusetts), 
                    che vanta
 le menti più brillanti del mondo, è riuscito ad accendere 
                    una lampadina
 da 60 Watt senza che la stessa fosse collegata a una presa 
                    sul muro. L’
 invenzione, ribattezzata WiTricity, in italiano sarebbe 
                    WiTricità,
 porta il nome di un gruppo di cervelloni guidati da Marin 
                    Soljacic,
 giovane professore di fisica, appena 33enne, di origine 
                    croata.
 Per il momento l’esperimento ha funzionato, anche se la 
                    lampadina si
 trovava ad una distanza esigua, appena due metri dal 
                    ripetitore. Tra
 non oltre 5 anni si riuscirà però a renderla in grado di 
                    competere con
 l’attuale, e per alcuni versi obsoleto, sistema di 
                    distribuzione. Per
 Soljacic questa scoperta rivoluzionerà la vita dell’uomo e 
                    segnerà l’
 inizio di una nuova era. Ma come è giunto ad una idea così 
                    innovativa?
 “Continuavo a svegliarmi la notte – ha spiegato il fisico - 
                    e il mio
 portale mi ricordava con il suo bip che mi ero dimenticato 
                    di
 ricaricarlo. Mi sono convinto che la soluzione non era di 
                    trovare la
 presa elettrica, ma di cambiare il sistema in modo che si 
                    ricaricasse
 da solo”. Ora il suo portatile sembra aver trovato 
                    finalmente la pace
 e, grazie alla genialità di Soljacic e colleghi, potrà 
                    alimentarsi
 autonomamente.
 Il prossimo passo sarà quello di commercializzare il 
                    prodotto e
 diffonderlo capillarmente in tutto il mondo, magari a costi 
                    competitivi
 e accessibili a tutti. Lo scienziato diventerà di certo 
                    ricchissimo ma,
 ha detto lo stesso inventore, il detentore delle licenze 
                    sarà il MIT.
 
 Archivi UFO inglesi
 Il Ministero della Difesa inglese apre i propri “X-files”
 La notizia è storica. Dopo la Francia, anche il Ministero 
                    della Difesa
 inglese ha deciso che gli archivi segreti concernenti oltre 
                    7.000
 rapporti UFO catalogati dal Defence Intelligence Staff nel 
                    corso di 30
 anni di indagini saranno finalmente resi pubblici.
 La decisione – annunciata dal Ministero in una lettera al 
                    ricercatore
 David Clarke, dell’università di Sheffield – è conseguenza 
                    della
 campagna che da dieci anni Clarke conduce assieme ad altri 
                    colleghi per
 convincere il governo del suo paese a rendere pubblici tutti 
                    i dossier
 sugli UFO.
 Si presume che ci vorranno ancora alcuni mesi per vedere 
                    pubblicati su
 internet i 7.000 casi, ma l’attesa sarà sicuramente 
                    ricompensata. Il
 materiale destinato ad essere rilasciato contiene anche 
                    numerosi
 episodi con protagonisti piloti della RAF, della Royal Navy 
                    ed
 equipaggi di aerei civili.
 Secondo Clarke, “la decisione di rendere pubblici i dossier 
                    integrali
 è un successo e una pietra miliare sia per l’ufologia 
                    britannica che
 per la campagna sulla libertà di informazione in 
                    Inghilterra”.
 David Clarke sarà ospite del Convegno internazionale 
                    1947-2007:
 Sessant’anni di UFO che si terrà a Saint-Vincent (Aosta) il 
                    23 giugno
 2007. Il Convegno è organizzato dal Centro Italiano Studi 
                    Ufologici in
 collaborazione con Focus. C’è molta attesa per il suo 
                    intervento, che
 anticiperà le ultimissime novità sul rilascio degli archivi 
                    britannici.
 
 Archivi UFO francesi 
Parigi, 22 mar. (Adnkronos) - La Francia è diventata oggi il primo 
Paese al mondo ad aver aperto al pubblico il suo archivio ufficiale che 
documenta gli avvistamenti di Ufo. Lo ha annunciato il direttore del 
'Gruppo di studio e d'informazione sui fenomeni aerospaziali non 
identificati' presso il 'Centro nazionale per gli studi spaziali' 
(Cnes) di Parigi. "Si tratta di una prima mondiale", ha commentato 
Patenet. "E' vero che negli Stati Uniti si possono chiedere delle 
informazioni, ma soltanto sulla base di un singolo caso - ha spiegato 
Patenet - Noi abbiamo fatto l'esatto contrario: abbiamo messo tutte le 
informazioni a completa disposizione del pubblico".
 
Oltre 400 dossier che documentano altrettanti casi d'avvistamenti di 
oggetti volanti non identificati possono essere consultati su 
un'apposita sezione del sito web del Cnes (www.cnes-geipan.fr/geipan ). 
Al momento si tratta di un quarto dei circa 1.600 presunti casi di 
osservazioni di Ufo segnalati in Francia dall'inizio degli anni '50 ad 
oggi. Tutti i dossier saranno regolarmente online entro la fine 
dell'anno, ha assicurato il responsabile del Cnes. "Stiamo lavorando 
sulla base del principio che non vi è nulla che non possiamo pubblicare 
online, salvo una sola eccezione: quella di proteggere, in alcuni casi, 
la privacy personale", ha spiegato Patenet. Gli 'X-Files' francesi 
contengono i verbali della polizia, stesi sulla base di testimonianze, 
con i dati personali - che potrebbero aiutare a identificare i 
testimoni - oscurati da omissis. 
__________
 
di LUIGI BIGNAMI   La Repubblica 
Sono 1600 casi, il 28% dei quali inspiegabile, studiati dal Geipan, 
struttura del Centro nazionale per gli studi spaziali francesi.
 
E' IL PRIMO dicembre 1979, sono le 7 e 35 del pomeriggio, un 
negoziante del sud della Francia sta tornando a casa in auto. 
Improvvisamente sulla sua sinistra gli passa vicino una palla 
luminosissima che muta colore dal bianco al rosso, passando per 
l'arancio e il giallo. Quella "palla" emette un suono stridente, un 
beep beep fortissimo. L'uomo, terrorizzato, accelera per arrivare il 
più presto possibile a casa. Settanta, ottanta chilometri all'ora. A 
due km dalla sua casa il fenomeno scompare improvvisamente. Lo shock fu 
così violento che egli ebbe un blocco intestinale che durò a lungo. 
Testimone serio, testimonianza considerata veritiera. Altra situazione: 
è il 15 ottobre 2004. Nei della Francia quattro Mirage vengono seguiti 
da un oggetto volante non identificato. I piloti, che avvistano 
l'oggetto per circa 15-20 secondi, fanno in tempo a chiamare le basi a 
terra, ma i controllori di volo non osservano alcun segnale sui loro 
radar. La testimonianza è certa, l'evento rimane inesplicabile.
 
Sono questi il primo e l'ultimo di una lunga serie di avvistamenti di 
oggetti volanti non identificati ritenuti non spiegabili, le cui 
testimonianze sono risultate di altissimo valore dal Groupement pour 
l'Etude et l'Information sur les Phénomènes Aérospatiaux Non identifiés 
(Geipan) francese. Il Geipan venne fondato nel 1977 dal Cnes, il Centro 
nazionale per gli studi spaziali francesi per studiare i fenomeni 
inesplicati che avvengono nei cieli. Dopo 30 anni di ricerche tenute 
segrete oggi gli archivi verranno aperti al pubblico e messi a 
disposizione su internet.
 
In tutto sono circa 1.600 casi e, tolti quelli assolutamente 
inaffidabili, tra quelli ritenuti interessanti il 28% non ha ancora 
avuto una spiegazione. I fenomeni perfettamente chiariti sono il 9%, 
quelli probabilmente identificati sono il 33%, mentre quelli per cui è 
difficile dare una valutazione, nonostante la loro importanza, sono il 
30%. Materiale che richiederebb 100.000 pagine per poter essere 
pubblicato su carta: si tratta di 3.000 verbali di oltre 6.000 
testimoni, redatti dalle autorità di vario tipo, dalle gendarmerie a 
ricercatori.
 
Spiega Jacques Patenet, responsabile del progetto: "Il fenomeno Ufo 
non è certamente nuovo, ma negli ultimi anni ha avuto un forte richiamo 
da parte dei media. Il lavoro che ora pubblichiamo, grazie alla volontà 
del Cnes, darà modo agli studiosi di analizzare ulteriormente questo 
problema. Tuttavia preferiamo chiamare gli eventi insoliti Pan ossia 
Phénomène Aérospatial Non identifié, piuttosto che Ufo o altro che può 
portare a errate interpretazioni".
 
Il rapporto del Cnes non è il primo studio realizzato sugli Ufo. Gli 
Stati Uniti ad esempio, hanno studiato il fenomeno a livello statale 
più di una volta. Nel 1947-48 l'Air Technical Intelligence Center 
(Atic) della base di Wright Patterson di Dayton nell'Ohio, divenne 
centro di riferimento per i primi rapporti di Ufo, il quale aveva il 
compito di verificare l'esistenza di un'eventuale arma segreta nemica. 
Nacque poi il Progetto Sign. Si trattava di una commissione militare 
voluta con decreto del Ministro della Difesa Americano. I lavori 
durarono circa un anno dopo di che il progetto ripartì con il nome di 
Progetto Grudge. Il 30 aprile 1949 viene stilato il rapporto finale: 
gli Ufo non esistono.
 
Ma nel 1952 una nuova ondata di avvistamenti obbligò a una nuova 
inchiesta: nacque così il progetto New Project Grudge, più noto come in 
codice Project Blue Book. Operò fino a al 1969 e fu la prima importante 
ricerca sui dischi volanti. I risultati, ancora una volta, dissero che 
per l'Air Force i cosiddetti Ufo non costituivano una minaccia alla 
sicurezza nazionale e non esistevano prove decisive della loro origine 
spaziale. Nel 1966 fino 1968 venne indetta la Commissione Condon che 
affrontò la documentazione del Progetto Blue Book per dare un'ultima 
parola sui casi in studio. Questa commissione dette vita così al 
Project Colorado, il cui gruppo di esperti faceva capo all'Università 
di Boulder nel Colorado, la più qualificata istituzione scientifica nel 
mondo per lo studio dell'alta atmosfera e dello spazio 
circumterrestre.
 
Nel gennaio 1969 fu stilato il verdetto del controverso Rapporto 
Condon, secondo cui il fenomeno non era degno di alcun rilievo, 
malgrado, appunto, l'alta percentuale di casi inspiegati in esso 
contenuti. Vi sono stati, poi, altri studi considerati seri i quali, 
comunque, non giunsero mai a una conclusione definitiva. Ora adesso lo 
studio del Cnes: ancora una volta fenomeni inspiegati si mostrano nei 
nostri cieli, ma ancora una volta rimane misteriosa la loro fonte.
  
  
    | 
      Gli scienziati russi trovano una lettera inviata dai marziani |  
    | 
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    | 04.04.2007 |  Source:
    Pravda.ru |  URL: http://italia.pravda.ru/science/5292-0 |  
 
  
    | 
      Nei pressi del fiume Podkamennaja Tunguska, la zona 
      della tiga siberiana nella quale nel lontano 1908 cadde un tuttora 
      misterioso corpo celeste, un gruppo di ricercatori della citta' di 
      Krasnojarsk ha scoperto alcune tavolozze al quarzo sulla superficie delle 
      quali sono incise misteriose scritture che, si presuppone, siano state 
      effettuate tecnogicamente con l'impiego di plasma. Secondo quanto dichiarato a proposito da parte del 
      presidente del "Fondo cosmico del fenomeno di Tunguska" Yurij Lavbin, le 
      tavolozze ritrovate sono state sottoposte ad accurate analisi sia a 
      Karsnojarsk che a Mosca. Dai risultati delle analisi effettuate dagli 
      specialisti russi e' emerso che il quarzo impiegato contiene una lega di 
      sostanze cosmiche inesistenti sul nostro pianeta. Le ricerche inoltre 
      hanno confermato che le tavolozze sono di origine artefatta, dal momento 
      che alcune di loro sono formate da diversi strati su ognuno dei quali sono 
      stati incisi segni di un alfabeto sconosciuto. Lavbin sostiene che le tavolozze al quarzo ritrovate 
      non rappresentino altro che i frammenti di un contenitore informativo 
      inviato sul nostro pianeta da una civilta' extraterrestre e 
      successivamente esploso a causa di un infelice atterraggio sulla Terra. 
      Nei confronti delle tavolozze scoperte dai ricercatori di Krasnojarsk 
      hanno gia' rivolto la propria attenzione scienziati americani, inglesi, 
      francesi e tedeschi. |  
 
  
    | 
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      authors do not always coincide with the point of view of PRAVDA.Ru's 
      editors.  |  Perù: svelato il mistero del meteorite 
precipitato presso Punodomenica 16 settembre 2007
 L'oggetto che sabato scorso ha colpito le alte pianure del Perù, e che ha 
causato tra i residenti della comunità peruviana di Carancas (Puno) una 
misteriosa malattia, sfociata in una tremenda emicrania, mal di testa, nausea e 
vomito...è un genere raro di meteorite. Lo hanno annunciato poche ore fa gli 
scienziati a Lima. Dopo avere prelevato i campioni per portarli in un 
laboratorio della capitale, un team di ricercatori peruviani ha confermato le 
origini dell'oggetto piombato dal cielo nei pressi del lago Titicaca. 
 L'accaduto aveva dato adito ad una ridda di ipotesi, stimolando la fantasia di 
molti e speculando sul fatto che l'esplosione avesse potuto avere origine da una 
eruzione sotteranea dei geyser o dal rilascio di gas nocivo della materia finita 
nel sottosuolo.
 
 Secondo Luisa Macedo, ricercatrice presso l'INGMMET
(Peru's Mining, Metallurgy, and Geology Institute), che ha visitato 
il luogo d'impatto, il malessere è il risultato dei fumi di arsenico 
inalati: il meteorite ha generato il gas quando la superficie calda 
dell'oggetto è venuta a contatto con un rifornimento idrico sotterraneo 
inquinato d'arsenico. Nel sud del Perù sono numerosi i depositi di arsenico 
trovati nel sottosuolo, ha spiegato Modesto Montoya, un fisico 
nucleare che ha collaborato col team. I depositi, formatesi in modo naturale, 
contaminano anche l'acqua potabile locale.
 
 "Se il meteorite arriva incandescente ad un'alta temperatura causata 
dall'attrito nell'atmosfera, colpire l'acqua può generare una colonna di vapore" 
spiega José Ishitsuka, un geologo del
Peruvian 
Geophysics Institute, che ha analizzato l'oggetto.
 
   
  Già da mercoledì, tutti e 30 i residenti colpiti dallo strano malessere stanno 
  meglio. Al geologo peruviano, i locali, che hanno temuto per la loro vita, 
  hanno descritto il meteorite come una palla luminosa, infiammata e con una 
  lunga scia di fumo.
 L'impatto del meteorite ha fatto innalzare i residui fino ad un'altezza di  
  250 metri, con alcuni materiali atterrati sul tetto di una casa a 120 metri 
  dal cratere, riporta Ishitsuka al
  National Geographic. 
  Il cratere assomiglia ad uno stagno fangoso largo 13 metri e profondo 10.
 
 Dai campioni prelevati gli scienziati peruviani hanno confermato che si tratta 
  di un meteorite, sul quale non hanno rivelato alcuna radiazione insolita.  "Tutto 
  ha radioattività, persino le roccie sotterranee" ha detto Modesto 
  Montoya "ma niente fuori dall'ordinario è stato trovato".
 
 
  L'analisi preliminare del l'INGMMET non ha rivelato frammenti 
  di metallo, ma una rara roccia di meteorite. Il metallo viene su meglio dal 
  calore generato dagli oggetti che entrano nell'atmosfera della terra, e la 
  maggior parte dei meteoriti sono metallici, come quello che il
  
  5 gennaio è piombato nella sala da pranzo di una casa del New 
  Yersey (immagine a lato). 
 I campioni analizzati presentano i bordi lisci, erosi dall'impatto con 
  l'atmosfera, e hanno una quantità significativa di materiale che si attacca al 
  magnete, il che dimostra la presenza del ferro. Mentre 
  invece, i campioni di acqua prelevata nel cratere risultano normali, sebbene 
  il colore e la composizione del terreno si presentano "insoliti" per la zona, 
  ha fatto notare la Macedo.
 
 E per coloro che pensavano che l'oggetto venuto dal cielo potesse essere una 
  parte di spazzatura spaziale rilasciata da qualcuno dei tanti satelliti 
  obsoleti a spasso nello spazio, ci ha pensato José Machare, 
  consulente geologo INGEMMET, a porre 
  fine a queste voci, dicendo che si tratta di un frammento roccioso e le roccie 
  che cadono dal cielo possono soltanto essere meteoriti.
 
 
 
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            SCOOP MONDIALE - Effettuata un' importatissima scoperta. 
            
            Postato da Coordinatore U.S.A.C. Regione Sardegna Pier Paolo Saba 
            [27/06/2007 13:35] 
              
                | 
                
                
                A seguito di questa straordinaria scoperta, il sottoscritto 
                indice una Conferenza Stampa. 
                
                
 
 Invito esteso ai Soprintendenti Archeologi ed ai Rettori delle 
                Università dell’intera 
                Sardegna, per l’onore 
                di averli graditi Ospiti alla Conferenza Stampa che si terrà 
                presso l’Aula 
                Magna dell’EXPO 
                in Olbia ( Via Porto Romano) in data da concordare nella 
                possibilità di poterla organizzare nella maniera migliore, 
                giacché, si dovranno invitare i rappresentanti delle maggiori 
                Testate Giornalistiche e le TV Nazionali e locali.
 
 La Conferenza verte sul caso di una scoperta casuale effettuata 
                da Pier Paolo Saba, Scultore e Pittore e appassionato d’Archeologia 
                da lunghi anni, e già collaboratore esterno della stessa 
                Soprintendenza Archeologica di Cagliari dal periodo in cui era 
                Soprintendente l’indimenticabile 
                Dott. Ferruccio Barreca, che ha alimentato la passione per uno 
                studio sempre più approfondito sulla Sardegna e sugli sviluppi 
                che lo studio dell’Archeologia 
                e la ricerca in sito avrebbe portato.
 
 Una passione che non si è mai assopita e che, nel tempo, si è 
                intrecciata con svariati interessi giungendo fino ad oggi sempre 
                più viva, giusto nel momento in cui sto facendo delle 
                approfondite ricerche alla scoperta delle origini sulle genti 
                che abitavano la Sardegna, nelle epoche remote.
 
 Così, per puro caso, la ripresa in esame del famoso DISCO DI 
                FESTO, mi riporta ala memoria dei simboli che già conoscevo 
                avendoli rivisti più di una volta, quelli in pratica raffigurati 
                in graffiti ed alti rilievi, nelle Domus de Janas.
 
 Essendo che questi simboli sono pressoché identici, ecco la 
                folgorazione. Mi sono detto, quindi, che questa scoperta 
                dovesse essere divulgata e soprattutto posta sotto l’attenta 
                osservazione degli studiosi, Archeologi e Accademici letterati, 
                per una possibile interpretazione che, partendo dalla Sardegna, 
                spieghi finalmente il contenuto scritto nel famosissimo Disco 
                che, a questo punto, suggerisce una matrice sarda.
 
 La presentazione della presente, in prologo, rimanda alla 
                successiva esposizione che intende motivare le ricerche che 
                hanno permesso questa straordinaria scoperta.
 
 
 MOTIVAZIONI:
 In data odierna, 25 Giugno 2007, il sottoscritto Pier Paolo 
                Saba, mentre si trova intento alla stesura di un testo di suo 
                componimento, attento ad una ricerca approfondita che possa 
                avvalorare la tesi relativa alle genti che abitavano la mitica 
                Posidonia, 
                raccontata dai Sacerdoti di SAIS, (antica capitale 
                amministrativa dell’alto 
                Egitto), e dallo stesso Solone, vissuto cento anni prima di 
                Platone, il quale a sua volta nei Dialoghi fa parlare Crizia e 
                Timeo, che raccontano dell’immane 
                catastrofe che distrusse, inabissandola, Atlantide.
 
 La tesi sviluppata dallo scrivente vede nei Popoli del Mare, gli 
                stessi abitanti di Posidonia 
                
                “Atlantide”, 
                scampati miracolosamente al cataclisma che annientò la patria 
                primigenia, mentre essi erano lontani, in altre terre, intenti 
                ai loro commerci e dove di volta in volta, lì, in quelle stesse, 
                fondano delle colonie, amalgamandosi poi con gli autoctoni e col 
                trascorrere generazionale permettono la creazione di nuovi 
                popoli.
 
 Intanto vediamo uno degli audaci gruppi di naviganti Atlantidei 
                che, seguendo le rotte che conducevano verso le coste Europee, 
                entrati nel Mediterraneo attraverso lo stretto di Gibilterra, si 
                trovano improvvisamente innanzi ad una immensa terra ammantata 
                di verde, cosi lussureggiante e di folgorante bellezza, s’accostano, 
                e approdano in questa sorta di paradiso dove scoprono che è 
                abitata da uomini che vivono in caverne e palafitte; ben presto 
                scoprono che questa terra è ricchissima di minerali pregiati, 
                argento, rame, piombo e tra questi scoprono l’ossidiana, 
                il detto oro nero, che esporteranno poi in tutto il mondo allora 
                conosciuto.
 Fermatisi in pianta stabile edificheranno una potente e 
                grandiosa civiltà, quella Nuragica, esportata in seguito, in 
                Corsica, a Lipari (Sicilia), a Tirinto a Gerico ed oltre il Mar 
                Nero sino al Caspio, ad esempio, e nuova dimostrazione, vedi il 
                “Pozzo Sacro unicum” rinvenuto in Bulgaria, esportato dall’avanzata 
                cultura che questi impareggiabili naviganti, commercianti ed 
                indomiti guerrieri, portavano con se durante i loro perpetui 
                viaggi.
 
 Erano detti 
                
                “I 
                Popoli del Mare”, 
                genti antiche preesistenti alla nascita di una cultura che 
                sarebbe stata poi, chiamata Greca, le quali (i Greci) un giorno 
                porranno le Colonne d’Ercole 
                al limite dell’Egeo, 
                lì, tra la punta estrema della Sicilia nord occidentale e 
                l’attuale Tunisi, giusto nel tratto oramai reso un pantano 
                invalicabile dai detriti e la sabbia accumulutasi in questo 
                stretto passaggio che impediva il regolare deflusso delle acque, 
                isolando in questo modo il Mar Egeo, che divenne un immenso lago 
                dal quale era impossibile fuoriuscire.
 Questo era l’aspetto 
                dell’area 
                Mediterranea nel Wurmiano, periodo del Pleistocene iniziato 
                700.000 anni fa e protrattosi oltre, tra gli 80.000 e 10.000 
                anni, fintanto che altre scosse telluriche procurarono il 
                riassetto delle placche tettoniche che sconvolsero per l’ennesima 
                volta il bacino mediterraneo, stravolgendone la conformazione di 
                allora, quando la Tirrenide s’inabissò 
                lasciando affiorare solo una minima parte della sua smisurata 
                estensione riducendola infine alla conformazione attuale che è 
                la Sardegna la terra degli SHRD, da SHRDN, quindi Sardegna e/o 
                Shardana (popolo della).
 Attraverso la ricerca, quindi, che mi porta all’ipotetica 
                formula espressa, e già non più tale, poiché, la stessa ricerca 
                mi ha offerto l’occasione 
                casuale di avvalorare la tesi che da oggi sconvolge gran parte 
                della storia scritta fin ora.
 
 Fantasticando, potrei sostenere che sono stati gli spiriti degli 
                antichi SHRD a pormi in mano quest’occasione, 
                ma poiché io non credo agli spiriti e mi rifaccio invece a 
                solidi documenti scientifici ed affidandomi al raziocinio che 
                ancora mi sostiene, ne parlo a ragion veduta ed in piena lucida 
                coscienza; ecco che, quanto sto per esporre, è frutto, seppur 
                casuale, di un’accurata 
                rivisitazione d’antichi 
                documenti che mi hanno sbalordito nel momento che innanzi ai 
                miei occhi sono apparsi dei simboli mai interpretati né tradotti 
                fino ad ora, raffigurati nel famosissimo Disco di Festo, posto 
                in comparazione con degli altri simboli - graffiti e 
                bassorilievi provenienti dalle Domus de Janas della Sardegna, e 
                che si rivelano incredibilmente identici.
 Questa scoperta è semplicemente straordinaria e sono convinto 
                che porrà in subbuglio l’intero 
                mondo scientifico letterario ed archeologico, così come sono 
                certo che non potrà passare inosservata essendo parte di un 
                patrimonio mondiale al quale m’invoco 
                per la massima diffusione di questa scoperta.
 
 Ritengo doverosa, pertanto, la convocazione di una Conferenza 
                Stampa e TV a livello nazionale, per la presentazione di questa 
                rivoluzionaria scoperta.
 
 Saranno convocati i Soprintendenti Archeologici dell’intera 
                Sardegna e gli Accademici delle Università, invitati a prendere 
                atto della documentazione inerente alla scoperta effettuata, che 
                il sottoscritto esporrà per l’occasione.
 
 La Conferenza si terrà in Olbia presso la - Sala Conferenze 
                dell’EXPO 
                - 
                
                alla presenza delle Massime Autorità Cittadine che saranno 
                onorate di ricevere in città, sì tanto Illustri rappresentanti 
                delle Scienze Letterarie e Archeologiche, ed altrettanto onore 
                sarà tributato alle rappresentanze delle maggiori Testate 
                Giornalistiche ed agli operatori e Giornalisti TV Nazionali, e 
                locali.
 
 Il sottoscritto, nell’attesa 
                di conferma della Vs. illustre presenza, coglie l’occasione 
                per inviare a tutti i più distinti e cordiali saluti.
 Pier Paolo Saba
 
 Contatti:
 E-mail: psabap@libero.it
 E-mail: saba.pierpaolo@gmail.com
 
 Tel. Cell: +39/ 329 0857587
 
 
 
                
                Stupore IN GIAPPONE 
                
                «Prepariamoci a combattere gli alieni» 
                
                Due esponenti del governo nipponico ammettono l'esistenza degli 
                Ufo
 
  
                
                TOKIO – Il capo di Stato maggiore delle Forze di autodifesa 
                giapponesi, il ministro Shigeru Ishiba, ha   affermato 
                che il Giappone deve prepararsi preventivamente ad un possibile 
                attacco da parte de gli alieni. E non è il solo a pensarla così. 
                Capita di rado, o quasi mai, che un responsabile governativo si 
                sbilanci ufficialmente, quando viene sollecitato sull'argomento 
                dell'esistenza di oggetti non i dentificati, gli Ufo Per questo 
                hanno suscitato grande curiosità e sbigottimento in questi 
                giorni a Tokio e in tutto il Giappone le dichiarazioni di 
                importanti esponenti politici.  
                
                
                RISPOSTE STEREOTIPATE 
                
                - Il primo ad esporsi pubblicamente è stato il capo di gabinetto 
                nipponico, Nobutaka Machimura, martedì scorso durante una 
                conferenza stampa. Alle domande insistenti dei giornalisti sui 
                recenti avvistamenti di oggetti non identificati nei cieli del 
                Sol Levante il ministro ha ammesso, senza giri di parole, che 
                «il governo può solo offrire risposte stereotipate a questa 
                domanda – ma personalmente, credo definitivamente che gli Ufo 
                esistano». «Non dovrei aggiungere altro, ma vorrei veramente che 
                queste domande venissero poste con più frequenza», ha detto.
                 
                
                
                GODZILLA 
                
                - Come scrive il quotidiano Kyodo News sulla sua pagina 
                online, quest'oggi è stato invece il turno di un secondo 
                ministro, quello alla Difesa, Shigeru Ishiba. «Non c'è nessun 
                motivo per negare ulteriormente che oggetti non identificati 
                (Ufo) esistono, e che questi vengono controllati da un'altra 
                forma di vita», ha detto ai reporter, specificando tuttavia che 
                si tratta di un'esternazione a titolo personale. «Verificherò se 
                l'esercito del Giappone sia in grado di affrontare un attacco 
                alieno - del resto, anche nei film di Godzilla sono di fatto le 
                truppe giapponesi ad entrare in azione», ha affermato Ishiba. 
                «Non si capisce come mai», ha poi aggiunto, «la nostra 
                legislazione non dispone ancora di alcuna direttiva nel caso di 
                un'invasione extraterrestre». Pure in questo caso il politico ha 
                voluto sottolineare che quella espressa era solo un'opinione 
                personale.  
                
                
                ATTACCO 
                
                - Con la sua Costituzione estremamente pacifista, il Giappone 
                rinuncia ad avere delle forze armate predisposte per una guerra, 
                e si vieta ogni partecipazione militare a conflitti 
                internazionali. Dalla fine della seconda guerra mondiale Tokyo 
                ha avuto solo una Forza di Autodifesa.  
                
                Elmar Burchia20 dicembre 2007
 
                Impianto eolico colpito da un UFO?05/03/2009
 
                
                Sono partite le indagini dopo che una turbina ad energia eolica 
                a Conisholme, in Inghilterra, è stata danneggiata ad inizio 
                gennaio da, si sospetta, un attacco di un UFO. Secondo il 
                tabloid inglese “The Sun”, abitanti del luogo hanno detto di 
                essere stati svegliati da un forte colpo alle 4 di mattina, dopo 
                che erano state intraviste strane luci dirigersi verso 
                l’aerogeneratore eolico, alto 88 metri. Ci sono stati severi 
                danni ad alcune delle pale dell’aerogeneratore, della lunghezza 
                di 20 metri ciascuna; secondo il giornale, una pala è stata 
                addirittura completamente squarciata nell’incidente.
 Dozzine di abitanti del luogo hanno rivelato di aver visto sfere 
                misteriose, di colore giallastro-arancione, nei cieli del 
                Lincolnshire quella notte. Un testimone oculare ha sostenuto di 
                aver visto un’enorme palla di luce dotata di ‘tentacoli’ 
                scendere fino a terra.
 
 In un’intervista al programma ‘Today’ della BBC Radio Four, Dale 
                Vince, fondatore dell’impianto eolico Ecotricity, ha ammesso che 
                la ditta non riusciva a trovare una spiegazione per l’incidente, 
                nonostante svariati giorni di indagini. Il danno è stato causato 
                ‘da qualcosa della taglia e forma di una vacca’ che ha colpito 
                la turbina, secondo il portavoce. Il danno potrebbe essere stato 
                causato anche da un colpo di fulmine, oppure da un cedimento 
                catastrofico dovuto all’uso eccessivo. Ma, ha aggiunto, non ci 
                sono prove né di uso eccessivo delle parti né di fulmini.
 "Non 
                abbiamo una spiegazione migliore [della teoria dell’UFO]", 
                ha concluso.
 
 Tratto da: Business Insurance Europe, 26 gennaio 2009.
 Traduzione a cura di Selene Scarsi
 
                  
                
 
 
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