Rinvenute strane impronte nel Rodigino.

Sulle tracce di Jumpo

di Dino Colognesi.


Parte terza
Ci aveva abituati a continue sorprese, ci aveva sbalordito con i suoi impossibili comportamenti, aveva vanificato tutti i nostri tentativi di identificarlo, era riuscito ad eludere le nostre attrezzature e a trovare il modo per occupare il nostro tempo.
Ora Jumpo non passa più. Dal 26 di novembre 2005, non ha più lasciato tracce là dove abitualmente si lasciava andare alle sue scorribande notturne. Troppe sono state le anomalie del caso e troppe le volte che è riuscito a confondere le nostre idee. Abbiamo seguito le sue tracce per sette mesi e non siamo riusciti a capire con chi avevamo a che fare. Grazie all'impiego di specifici strumenti, siamo risaliti al suo peso ma nonostante il risultato ci avesse detto che Jumpo superava i cento chili, aveva dimostrato di saper passare là, dove neppure una volpe o un cane di media taglia sarebbe riuscito, senza neanche sfiorare i fili di rilevazione preparati appositamente. Le sue impronte ci hanno condotto nel bel mezzo di un campo per poi interrompersi improvvisamente, lasciandoci sbigottiti e senza parole. Altre volte ce le siamo trovate davanti all'improvviso per poi avviarsi verso la sua meta, senza una spiegazione di come poteva essere arrivato fino a quel punto. Un abitante della zona ci aveva riferito che durante una notte della prima decade di aprile, lui e la sorella avevano udito delle urla terrificanti provenire da un vicino boschetto e che, piuttosto spaventati, furono costretti a rientrare precipitosamente in casa. Un'altra persona ci aveva confidato che nello stesso periodo e sempre a notte fonda, lui e la moglie furono svegliati da un grosso tonfo sul tetto di casa.
Possono queste testimonianze essere messe in relazione alle anomalie del caso? Chi era in realtà Jumpo, un essere alato? Le sue impronte lo smentirebbero in quanto assomigliano più a quelle di un canide o di un felino piuttosto che a quelle di un volatile o di un rapace. Di un bipede? Improbabile a giudicare dall'improvvisa comparsa o scomparsa delle sue impronte e ai vari modi di procedere che nel tempo ci ha fatto vedere. Un bipede alato? Impensabile considerando il suo peso e la possibilità di riuscire a passare dove neppure un cane ce l'avrebbe fatta.
E allora?
Quello di Jumpo è un caso tanto anomalo quanto assurdo, me ne rendo conto, ma per chi ha letto la prima parte di "Sulle orme di Jumpo", pubblicate sul n. 2 della rivista -Ufo e SCIENZA- , periodico dell'USAC, e la seconda parte pubblicata sul numero 3, si sarà sicuramente reso conto del perché. Un risvolto singolare e non trascurabile della vicenda sta nel fatto che per tutto il tempo della sua presenza ha saputo rispettare le semine e gli ortaggi coltivati nei vari campi, senza mai calpestare o danneggiare anche un solo germoglio e inoltre non ha mai disturbato o minacciato gli animali liberi o da cortile che vivono nella zona. Ora ha cambiato casa, non ci sono elementi che possano far pensare al peggio. Non ho idea da dove sia venuto e neppure dove possa essere andato ma ora sono convinto più che mai che è rimasto solo il tempo necessario per portare a termine il suo compito.
Jumpo ha fatto la sua prima comparsa nel mese di aprile del 2004 e da allora ha girovagato per i campi quasi sempre con regolarità. Col passare tempo si è appesantito e sempre più spesso le sue orme lasciavano sul terreno anche evidenti segni di trascinamento.
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Poi, nel mese di agosto è successo qualche cosa di straordinario che rafforza la mia convinzione. Proprio su una parte del territorio più controllata di quei giorni due piccole orme erano impresse nel terreno accanto ad altre due molto più grandi e ormai ben conosciute. È inevitabile pensare che in quel punto Jumpo si sia fermato e abbia deposto al suolo, anche se solo per qualche istante, il suo cucciolo. Due piccole orme dalle caratteristiche molto particolari, come mostra la foto qui sopra e il relativo calco in gesso. Una piccola ma concreta prova di una nuova vita.
Nei giorni che seguirono, quelle piccole orme non sono mai più state rilevate mentre il passo appesantito di Jumpo continuava ad essere ben visibile sul terreno. Anche qui rimane da capire in che modo Jumpo trasporti il suo cucciolo. A parte le orme, Jumpo non ha mai lasciato nessuna altra traccia dietro di sé, né avanzi di cibo né materiale organico, nulla da poter recuperare e analizzare in modo da risalire almeno al tipo di alimentazione con la quale si nutre.
Ma dietro tanti interrogativi senza risposta c'e' un aspetto della vicenda che mi porta ad ipotizzare uno scenario che pone il caso in un campo strettamente ufologico.
Considerato che le caratteristiche di Jumpo non corrispondono a nessun altro animale conosciuto, posso azzardare due ipotesi. La prima è che possa essere stato il risultato di qualche esperimento. Una creatura nata o modificata in laboratorio per essere poi messa in libertà in modo da poterne studiare il comportamento e quant'altro o, nella peggiore delle ipotesi, sfuggita al controllo e non sarebbe certo il primo caso. La seconda ipotesi è che possa trattarsi di una specie non terrestre. Potrebbero essere le numerose segnalazioni di avvistamenti di globi luminosi che di notte sorvolano la zona a darne la prova. Pure a noi, durante una delle numerose uscite notturne per tentare di incontrare Jumpo, e' capitato di vedere non uno, ma ben due di questi oggetti sorvolare la zona. Il primo, di colore arancione, procedeva in linea retta seminascosto dagli alberi che costeggiano le rive del Canalbianco, il secondo molto vicino e che dopo qualche istante di immobilità si ingrossava pulsando per poi allontanarsi in profondità a velocita' sostenuta. Spesso poi, questi globi scendono per fermarsi in prossimita' del terreno e numerose testimonianze ci portano a conoscenza che questi oggetti, in diversi casi, interagiscono con animali ed esseri umani e si può quindi presumere che uno scopo ce l'hanno.

Jumpo è riuscito a catturare la nostra attenzione ma senza mai concedersi. Sono convinto che lui c'era in quelle notti nelle quali l'aspettavamo e che ben nascosto da qualche parte ci stesse ironicamente osservando o più semplicemente scocciato della nostra presenza. Nonostante tutto il nostro impegno non siamo riusciti a capirlo ma forse è meglio così. Mi sono sempre opposto alle insistenti richieste di alcuni proprietari della zona, di posizionare sul terreno trappole o tagliole per riuscire a catturarlo. Per tutto il tempo delle indagini sono riuscito a dissuaderli e di questo ne vado fiero. Dio solo sa che fine avrebbe fatto una volta caduto nelle mani dell'uomo e della sua falsa avidità di conoscenza.

Ci siamo lasciati alle spalle una storia piuttosto anomala dai contorni confusi e irreali e che, salvo nuove sorprese, resterà per sempre velata nel suo mistero.
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