Impronta anomala rinvenuta tra la neve delle alpi
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  Evidentemente i mesi caldi portano bene al ritrovamento di impronte anomale. Nel mese di agosto del 1998 con mia moglie Silvana e gli amici Lorena e Michele ci eravamo recati a Campogrosso, altopiano situato a quota 1800 metri circa sopra la stazione termale di Recoaro Terme e ci inoltrammo in un bosco poco o per niente frequentato in quanto niente faceva pensare al passaggio di visitatori. Il tratto accessibile era ancora umido per la pioggia caduta nei giorni precedenti e il fogliame copriva solo parzialmente il sentiero. Grazie a questo notai sul terreno delle impronte che catturarono la mia attenzione in quanto risultavano strane anche se non ben definite perché erano sovrapposte e con l’ausilio di una macchina fotografica, purtroppo senza le caratteristiche idonee al caso, scattai qualche foto. Le impronte erano molto profonde, lunghe undici o dodici centimetri e larghe otto o nove. Con l’aiuto degli amici cercammo nei dintorni altre impronte che magari ci potessero dare indicazioni più precise e poco lontano ne scorgemmo una bella, pulita nel contorno e confermava quello che proponevano le precedenti solo che in questa erano ben visibili le tre dita.  
     
     
    Ve ne erano altre nei dintorni ma meno evidenti per la presenza di fogliame ed erbacce. Ci inoltrammo oltre in quanto il luogo ci incuriosiva e comunque avevamo la netta sensazione che qualcuno dalla parte alta tra le rocce e la fitta boscaglia ci stesse osservando e seguendo e che poteva essere confermato dai fruscii e dai rami che di tanto in tanto si spezzavano sotto il peso di qualche cosa. Dopo qualche centinaio di metri giungemmo ad una sorgente d’acqua dove  
  nei dintorni si trovavano diverse altre impronte ma che nessuna di queste era riconducibile a quelle precedenti. Decidemmo di lasciare il luogo anche perché cominciava ad imbrunire ma con la promessa che saremmo tornati l’anno successivo più o meno lo stesso periodo.
Infatti nell’agosto del 1999 tornammo sul posto e ci inoltrammo nel solito bosco fino a raggiungere più o meno lo stesso punto dell’anno precedente e lì, senza tanto cercare, ritrovammo le impronte solo che, ironia della sorte, la macchina fotografica e il materiale per rilevare le impronte preparati per l’occasione erano nel baule della mia auto rimasta a casa.
 
     
  Le impronte erano ancora più profonde e ben più grandi di quelle trovate l’anno prima e raggiungevano tranquillamente i venti centimetri di lunghezza. Certo che se le impronte appartenevano allo stesso essere, come del resto sono convinto, in un anno ha fatto un incredibile sviluppo. Inutile dire la delusione per l’occasione mancata anche perché nei mesi a seguire nessuno di noi avrebbe trovato il modo di tornare in quel posto. Nell’agosto del 2000 mi preparai per tempo e con mia moglie, con due amici di Recoaro, Marta e Sergio contattati per l’occasione e con tutto l’occorrente tornammo nel bosco.
Abbiamo cercato per parecchie ore in quell’area ma il fogliame caduto, i rami e le sterpaglie avevano vanificato le nostre ricerche in quanto ormai impedivano di rilevare qualsiasi impronta.
Abbiamo inoltre notato che nei pressi della fonte d’acqua, dove il terreno libero da foglie e sempre inumidito dall’acqua della stessa fonte, le impronte erano molto meno numerose dei due anni precedenti.
   
 
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Impronte Anomale